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L’Elvezia secondo lo Zurich Open Air

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Zurigo è una di quelle città dalle quali non vorresti mai andare via. Precisa, pulita, verde, non troppo grande, piena di storia e viuzze stupende. Locali, movida notturna, biciclette a gogò. E poi c’è il lago. Per me tutto questo basta per tornarci. Vi avevo già anticipato un mese fa quello che sarebbe stato il mio ultimo festival dell’anno, ed eccomi qui a raccontarvi la mia esperienza Svizzera allo Zurich Openair.

L’arrivo a Zurich HB è stato positivo: il clima inaspettatamente caldo, mi costringe a eliminare i vari strati di coperture che avevo con me, prevedendo pioggia e fresco. Il luogo scelto per il festival (un’area poco distante dall’aeroporto) dista 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Glattbrugg ed è facilmente raggiungibile dal centro.
L’unica “piccola” difficoltà la trovo nell’area festival, perché non conosco una sola parola di tedesco e non riesco a trovare molti ragazzi con cui parlare un inglese che sia comprensibile.

Molto più easy invece l’ingresso poiché ci danno questo comodo braccialetto/card con QR Code che dà l’accesso al festival e permette di caricare somme di denaro spendibili nell’area food e merchandising. Anche quest’anno la line up è molto varia (e soddisfa un po’ tutti i gusti) dalla dark-wave, all’indie-rock, all’elettronica. Ed eccovi le mie impressioni sui gruppi che hanno attirato la mia attenzione.

Alt+j

Un live non esaltante quello del trio inglese (mercoledì 26), gruppo che ho seguito dal primo album. Il gruppo si limita a eseguire i brani ma non interagisce molto con il pubblico ed il risultato è che sembra tutto un po’ piatto. La maggior parte del pubblico è in delirio, ma parliamo di un pubblico giovanissimo (media 20 anni) che probabilmente non fa differenza tra l’esecuzione di un album e uno show. La parte più bella la saltiamo perché dato l’orario (19.15) perdiamo lo spettacolo di luci tipico dei loro concerti, che riusciamo a vedere solo nelle ultime due canzoni, alle 20.30. In ogni caso mi sono gustata i brani più belli (secondo me) Matilda, Dissolve me e Something Good.

ALT-J

Interpol

Un grande live (venerdì 28) quello degli statunitensi Interpol, gruppo ormai affermato nel panorama musicale internazionale, che fa rivivere la dark-wave grazie alla voce tenebrosa di Paul Banks. La gente nel Tent Stage non è tantissima, questo rende tutto molto intimo e riesco ad accaparrarmi uno splendido posto in seconda fila! Eleganti come sempre, in abito scuro e camicia nera, ci regalano un live coinvolgente nel quale a tratti chiudo gli occhi e mi lascio trasportare.

Fat Boy Slim

Il suo spettacolo mi piace. Un live singolare nel quale si alternano pezzi sentiti e risentiti come Right Here Right Now e altri che hanno fatto la storia della musica rock anche soul. Qui il pubblico è numeroso, siamo pur sempre in Svizzera, Paese dalla vocazione elettronica. Ballano tutti e io non riesco a staccare gli occhi dal maxischermo sul quale si viene inondati con video proiezioni da paura.

Fatboy Slim

Tame Impala

Quello che mi colpisce appena arrivata al Tent Stage (sabato 29) è il look di fonici e tecnici che stanno posizionando gli strumenti: tutti rigorosamente in camice bianco. E capisco che sarà un concerto da ricordare.

Quando arrivano sul palco i Tame Impala si muove il pavimento, la folla in delirio (davanti a me il re dei tifosi alto 2 metri comincia a ballare sulle note di Let It Happen) e già sto viaggiando anche io. Nulla da dire su esecuzione dei brani e interazione con il pubblico che dopo questo live li conferma in cima ai miei gruppi preferiti.

Gli australiani hanno vinto secondo me, merito sicuramente delle proiezioni psichedeliche tipiche dei loro concerti, ma anche di un’accentuata maturità artistica che ho riscontrato in quest’ultimo nuovo album, rispetto ai precedenti Lonerism e Innerspeaker.

Tame Impala

Che altro dire? Il tempo è stato veramente favorevole e credo che questa edizione dello Zurich Openair sia riuscita meglio degli ultimi due anni (quando la pioggia e le temperature avevano visto calare un po’ le presenze rispetto alle aspettative).

Penso di potermi ritenere soddisfatta per essere riuscita a vedere, tra i tanti live elettronici che non mi hanno particolarmente colpito, quelli dei gruppi che seguo da tempo, e di aver visitato una città meravigliosa (nella quale sicuramente tornerò)!

Testi a cura di Antonella Polo.

 

Zurich Openair | sito facebook

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Questo è il suo articolo n°144

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