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Neo Edizioni, anomalie su carta

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I libri sono belli. Aprono la mente, fanno esplorare posti bellissimi risparmiandoci le code all’imbarco, insegnano a conoscere e conoscersi e soprattutto aiutano a rimorchiare. Si, proprio a rimorchiare, e lo sapete. Quindi voglio farvi un regalo e segnalarvi un argomento meraviglioso di cui parlare alla prossima persona narrativofaga con cui flirterete: la Neo Edizioni.

Neo nasce quando Angelo e Francesco, due ragazzi di Castel Di Sangro (AQ) decidono di dare una consistenza al loro sconfinato amore per i libri iniziando a dare consistenza cartacea a racconti, romanzi, poesie, fumetti e tutto ciò che spicca nel mare di caratteri che invade ogni giorno la loro casella mail. A patto che sia dissonante e anomalo, inaspettato. Come un neo, appunto.

Quindi nel caso non vi importi un fico secco di fare colpo ma vi piace tanto scrivere ancora meglio.

Angelo Biasella

 

Immagino che la vostra casella di posta sia bersagliata da aspiranti scrittori di ogni tipo. Qual è il manoscritto più improbabile che avete ricevuto fin’ora?

 

Ci mandano di tutto. Dagli scambi di mail ai romanzi in versi; dalle conversazioni in chat alle poesie monodose; dai romanzi-fiume ai racconti singoli; dalle novelle in endecasillabi alle monografie di perfetti sconosciuti. Gli esordienti sono piuttosto fantasiosi. La palma del vincitore, però, spetta a un autore friulano che, nel 2009, ci mandò il suo “Pillole da un romanzo mai scritto”: qualcosa di simile agli aforismi cavati dalla Recherche e pubblicati nei “Cento pagine – Mille lire” di Newton Compton. Solo che l’opera da cui erano tratti non era mai stata scritta. Un genio assoluto! Avessimo avuto, a quel tempo, le chiappe parate, l’avremmo pubblicato. Così, giusto per premiare l’estro.

 

Neo Edizioni at work

 

Cosa vi porta a scegliere di pubblicare un libro piuttosto che un altro?

 

L’idea di base è il primo parametro di giudizio. La storia deve necessariamente convincerci e coinvolgerci. Gli autori, inoltre, devono dimostrare di essere nel loro “periodo” migliore. Proviamo a coglierli prima che cadano dal ramo e perdano la spregiudicatezza degli esordi. Un frutto maturo ci mette poco a marcire e a rendere inefficaci le proprie proprietà nutritive. Cerchiamo, quindi, di intercettarli nel momento esatto in cui il loro swing è ancora coraggioso, funzionale e armonioso; poco prima che diventi lezioso e troppo assennato. Li prendiamo quando sono perfetti.   Oltre a questo seguiamo tre regole. La coerenza. Un buon libro deve essere coerente con l’immaginario che si propone di suscitare.  Il rigore. Un buon libro deve essere rigoroso e settato sul “manico” dell’autore evitando di cedere ad aggettivazioni eccessive, digressioni pleonastiche, opulenze varie. L’autore deve dimostrare di padroneggiare il suo stile. La credibilità. Un buon libro – per quanto folle, surreale o apparentemente inattendibile – deve risultare credibile agli occhi dei lettori cui è indirizzato.

 

 

Neo Edizioni

 

E’ qualcosa di simile al colpo di fulmine?

 

Sì, è qualcosa di estremamente epidermico: sudorazione,  tachicardia e senso di spaesamento. E poi, pura esaltazione.

 

Chiamare una casa editrice Neo mi sembra bellissimo. Ma come la mettiamo con i nei finti, come quelli che si disegnavano sul viso le attrici di un tempo? Siete favorevoli o contrari?

 

Favorevoli. La possibilità di un neo non si nega a nessuno.

 

Francesco Coscioni

 

Come immaginate il vostro lettore tipo? (Potete anche esagerare).

 

Provetto, impavido e imprudente. Ma anche appassionato, curioso, autentico, squilibrato, divertente e divertito… ha il naso adunco, è orbo e claudica nelle caviglie. La sua postura, di norma, converge a sinistra. Ma anche un po’ a destra. Al centro, di rado.

 

Neo Edizioni

 

Sul vostro sito c’è una frase che dice “amiamo incondizionatamente chi è in grado di fare del disincanto contemporaneo un’arte dalle accezioni poetiche”. É davvero possibile far convivere disincanto e poesia di un buon livello? (Questa è un po’ marzulliana, lo ammetto, ma dovevo farla)

 

Ne siamo convinti. Basta sposare una concezione non elitaria dell’arte. Il disincanto, se cavalcato con perizia e il giusto grado di consapevolezza, non scade mai in uno sterile cinismo. Un mood disincantato, se gestito a dovere, è una chiave di lettura del mondo piuttosto utile e affidabile. E poi, indubbiamente, serve a sfatare vetusti cliché, invalidare dogmi opprimenti, girare le spalle ad ogni tipo di verità assoluta riservando a se stessi l’evenienza di poter fare sempre e comunque qualcosa di fuori al selciato. Qualcosa di completamente inusitato, come un peto ad un funerale affollato.

 

Quali tra i vostri libri consigliereste ai lettori di Ziguline?

 

Siamo selettivi. Ne pubblichiamo pochi ogni anno. Quindi, li consigliamo tutti. Nessuno escluso.

 

Per saperne di più:

www.neoedizioni.it

www.facebook.com/neo

la Germanz

scritto da

Questo è il suo articolo n°102

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