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Poesie d’amore (o della pietra)

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Il progetto narrativo-visuale “poesie d’amore ( o della pietra)” di Martin Errichiello e Carlotta Napolitano è un viaggio ideale verso le origini, un dialogo tra testimoni e testimonianza, nato dall’incontro di due esperienze, l’esigenza di documentare (documentare un’esigenza) e il bisogno di riconoscersi; una forma narrativa ibrida tra ricerca antropologica e scrittura per immagini. L’installazione appositamente concepita per l’antro tufaceo di Castel dell’Ovo, luogo primigenio di Napoli per eccellenza, espone in un ambiente sonoro 50 tavole fotografiche in bianco e nero: un’autentica integrazione di immagini, forme e gesti, dove i simboli, i manufatti della cultura materiale, i corpi e le “maschere” sono analizzati con l’intento di risalire,tramite una mimetica composizione in polittici, all’unità originaria del mondo, leggendone così i segni di superficie come traccia di un passaggio. In questa operazione inevitabilmente arte e documento si fondono. Attraverso un viaggio durato circa tre mesi in Mali, che insieme ad altri paesi africani quest’anno festeggiano i 50 anni di indipendenza dalle colonie europee gli autori hanno compiuto una ricerca sull’identità etnoantropologica del Mali, culla di più di 20 etnie riconosciute, che convivono in pace religiosa, sociale, politica, dai bambara della capitale bamako, ai touareg di tomboctou, passando per i dogon della falesia di bandiagara: una comune storia simbolica che dalla pietra nuda protegge e si difende.

Il libro “poesie d’amore (o della pietra)” è a cura di “Ad Est dell’Equatore” con prefazioni di Erri de Luca e Alberto Sobrero, fotografie di Martin Errichiello, testi di Carlotta Napolitano.

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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