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Progetto Street Art | Intervista ai fondatori di FestiWall

Vagabondiamo virtualmente per l’Italia, andiamo alla scoperta di eventi interessanti da Nord a Sud cercando di conoscere meglio gli attori del fermento culturale e artistico del Paese. Oggi vi presentiamo Antonio Sortino e Vincenzo Cascone, i due fondatori di Ragusa FestiWall, un evento dedicato all’arte di strada che a partire da oggi ha invaso le strade di Ragusa e che porterà durante l’arco di tutta la settimana un’ondata di arte, cultura e musica nel piccolo centro urbano. Prima di immergerci fino al collo nelle loro attività però abbiamo voluto parlare con loro per conoscerli meglio, capire come è nato questo evento e cosa succederà nei prossimi giorni.

Siete alla prima edizione di FestiWall, raccontateci come è nato il progetto, quali sono i principali obiettivi che volete raggiungere e a chi vi rivolgete.

 

Vincenzo Cascone: Nasce dal dare spazio “al possibile” che ogni città contiene, il disagio di vivere in un luogo costruito senza pensare alla vivibilità ma inseguendo logiche di sfruttamento “non sostenibile” del territorio. In fondo Ragusa è soltanto uno degli esempi italiani, qui però è nata la collaborazione degli ideatori che prendendo spunto da un progetto che inizialmente si era arenato, lo hanno poi ripensato e costruito “su misura” sfruttando il tema del coinvolgimento attivo della cittadinanza sulle opere da realizzare. Vogliamo rileggere lo sviluppo della città e rendere i cittadini più consapevoli della propria crescita. Grazie alla street art, luoghi anonimi o abbandonati, possono assumere un nuovo valore comunitario e diventare punto di riferimento per gli abitanti.

Natalia Rak

Chi siete, cosa fate il resto del tempo e qual è il vostro rapporto con Ragusa, la città in cui avete settato la manifestazione?

 

Vincenzo Cascone: Siamo un regista di documentari, che gestisce una casa di produzione indipendente, e un farmacista – illustratore. Ambedue siamo tornati a Ragusa dopo aver passato gli anni universitari in giro per l’Europa. C’è una piccola differenza di età, circa quindici anni, che ci permette di non ghettizzare la manifestazione ma di veicolarla in maniera trasversale, coinvolgendo tutte le fasce d’età possibili, dai più piccoli agli anziani. In fondo Ragusa, come tutta la provincia italiana, sta vivendo un momento di grande fermento culturale, per cui all’infinito lamento sul fatto che “non succede nulla in questo paese”, abbiamo preferito rimboccarci le maniche e pensare a un’operazione che desse un contributo di rinnovamento sociale.

Antonio Sortino: Siamo un gruppo molto eterogeneo. C’è chi vive da sempre a Ragusa, chi è appena tornato dopo anni di lontananza, chi ama il proprio lavoro, chi è perennemente alla ricerca e chi vorrebbe fare decisamente altro.. Ragusa è una città che a volte faccio fatica a capire dato che offre ancora troppo poco rispetto a quello che sono i nostri interessi. Questo è il motivo per cui guardiamo ancora con occhi innamorati quello che sta fuori e lontano da noi. Ci siamo ritrovati a vivere qui e questo ha fatto si che, vuoi per “odio” vuoi per amore, ci siamo impegnati ad organizzare qualcosa che ci ispirasse e ci facesse ritrovare la voglia di rivivere questa città.

Siamo in un’epoca in cui la street art è stata ampiamente sdoganata e il Paese ha prontamente accolto questa nuova/vecchia espressione artistica. Cosa pensate voi dell’arte di strada e perché avete scelto questo e non un altro canale per il vostro progetto?

 

Antonio Sortino: Credo che l’arte di strada sia una vecchia espressione artistica in continua e costante evoluzione. La sua netta affermazione rischia però purtroppo di farla diventare solo ed esclusivamente un argomento pop. Abbiamo scelto questo canale perché questo è il nostro background e perché uno dei migliori modi per dare una scossa culturale è ‘sbattere l’arte in faccia a tutti’ come solo la street art sa fare.

Vincenzo Cascone: L’arte di strada è la forma più democratica e popolare a cui una comunità può aspirare. Non si paga un biglietto, è libera, arriva a tutti. Questa immediatezza rompe gli schemi classici della fruizione creando prospettive inedite anche dell’assetto urbano. Per me è un modo di lasciare il segno, un messaggio da decifrare negli anni.

A che punto è la street art in Italia e in particolare in Sicilia?

 

Antonio Sortino: L’Italia sta vivendo un momento eccezionale che anche l’estero guarda con interesse. La nascita di molti festival, gallerie e di collettivi che portano avanti il movimento ha sicuramente contribuito a questo momento così fertile sia quantitativamente che qualitativamente. È infatti enorme il numero di talentuosi artisti che si differenziano per stile e tecnica. Questo si riflette anche sulla Sicilia, dove la street art è sempre stata di alto livello e oggi sono molti gli street artist della vecchia e nuova scuola, tra cui gli amici Giulio Rosk e Loste, Poki, Vlady art o molti altri, anche writers, che sicuramente meritano insieme a molti altri di entrare in questa lista.

Quali sono gli artisti di Festiwall e quali sono i criteri che vi hanno portato a scegliere proprio loro?

 

Vincenzo Cascone: I luoghi sono stati scelti in base al valore simbolico che ricoprono nel tessuto urbano. La nuova biblioteca comunale per l’importanza culturale che questa deve avere per la città, quindi una parete nel luogo di ritrovo più frequentato dai giovani, un’altra al centro di un campo sportivo che vede spesso ragazzi e immigrati impegnati in un sano agonismo e infine l’ultima che segna il confine della zona sud.

Antonio Sortino: Il motivo per cui abbiamo scelto questi artisti è legato sia al loro stile che all’edificio che sarebbero andati a dipingere. Quindi Pixel Pancho è stato il primo ad essere contattato in quanto eravamo riusciti ad accordarci con gli inquilini di un palazzo con una parete di metallo molto steampunk, proprio come le sue creature. Abbiamo deciso di affidare la biblioteca agli astrattismi di Moneyless in quanto il posto per definizione contiene già troppe immagini e legare un ulteriore immagine al quel posto ci sembrava ridondante. Anche la scelta di Millo non è stata casuale: Il suo muro si trova proprio nella strada che collega la citta vecchia, con il blocco di palazzi della parte nuova della città, stessi palazzi che Millo a modo suo racconta. Natalia Rak si dipingerà su un muro che ha un’enorme visibilità da lontano ed il suo stile tra il realista e l’onirico viene ben apprezzato da tale distanza. Daniel Eime ci è piaciuto per il genere di ritratti che fa e per la sua tecnica. È l’unico che usa lo stencil per cui ci piaceva mostrare in maniera quasi accademica questa tecnica. Inoltre i suoi soggetti, perlopiù persone anziane, non sono per nulla distanti dai volti dei nostri nonni. Quando ho visto la sua bozza del muro per la prima volta mi è sembrato di vedere il mio.

Oltre ai live painting dei cinque artisti avete preparato una serie di eventi collaterali, tra questi talk e dj set e mostre, raccontateci nel dettaglio il vostro programma.

 

Antonio Sortino: Dal lunedì al giovedì saranno perlopiù gli artisti a farla da padrone dipingendo le pareti. Dal giovedì si entra nel cuore di FestiWall con il live dei Gentless3 e dei Da Black Jezus, due tra le più importanti band rock del panorama siciliano, in un locale proprio sotto il muro di Pixel Pancho. E già dal pomeriggio ci saranno anche estemporanee d’arte. Il venerdì sarà la giornata più ricca con l’apertura del workshop di poster art per i bambini, e il concerto in piazza San Giovanni del Colle Der Fomento. Il sabato closing party tra amici e domenica pomeriggio ci sarà un interessante momento di riflessione tra presentazioni di libri e talk con l’amministrazione comunale e altre realtà simili a FestiWall come il festival di Catanzaro Alt!rove Festival che presenterà in anteprima nazionale il documentario Domani Vegnu.

Nel progetto avete coinvolto alcune interessanti realtà legate alla street art del Sud Italia, tra queste Borgo Vecchio Factory e Alt!rove Festival. In un ambiente in cui la collaborazione tende spesso a venir meno ho trovato questo coinvolgimento molto interessante e sicuramente prolifico. Cosa vi ha spinto a iniziare queste collaborazioni?

 

Vincenzo Cascone: Solo con la rete si può davvero mettere a frutto le proprie e le altre esperienze per una crescita reciproca. Lo spirito di FestiWall è quello di creare un punto di riferimento per alimentare la crescita di un’arte sempre più libera da condizionamenti o censure. Confrontarsi e collaborare è il principio più produttivo per estendere e far crescere laicamente questa logica di lavoro collettivo per il bene della comunità. Ti aiuta a non commettere errori e a suggerire soluzioni, senza monopoli di sorta che spesso rappresentano il cancro del marcato dell’arte.

Antonio Sortino: La distanza culturale e geografica che ha per molto tempo vissuto Ragusa rende il ‘fare rete’ fondamentale. Supportarsi vicendevolmente aiuta infatti ad imparare e a crescere insieme. Dai ragazzi di Altrove Festival abbiamo molto da prendere e adoro il taglio artistico che hanno dato al festival. I ragazzi di Borgo Vecchio Factory stanno facendo un lavoro molto importante nel tessuto urbano palermitano.

 

Ready for @pixelpancho

Una foto pubblicata da FestiWall (@festiwall_rg) in data:

 

E dopo il festival? Cosa succederà?

 

Vincenzo Cascone: Ci riposiamo a Cuba.

 

Ragusa FestiWall | sitofacebook

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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