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Secondo Sergio Messina “Everybody is gonna be a pornostar”

Si parla di:

Quando decidi di parlare di pornografia non puoi non coinvolgere uno che davvero ha approfondito l’argomento. Sergio Messina si occupa di radio, è un musicista (all’occorrenza anche produttore), uno scrittore, un giornalista, un docente e un curioso. Curioso perché non si accontenta degli input esterni ma va a fondo nelle questioni. La questione per la quale l’ho consultato è, come vi dicevo, il porno e in particolare l’Alternative sex ovvero quelle forme alternative di pornografia che vengono per lo più classificate come patologie psicologiche e viste come forme di perversione. Sergio fin dai ’90 ha cominciato a fare ricerche su questo tema e il risultato è stato Realcore che è ciò che si trova a metà strada tra softcore (pornografia per lo più simulata) e hardcore (quelli che insomma ci danno dentro). Tra il feticismo per il singhiozzo e i filmini campestri toscani Sergio mi ha istruito su porno, porno alternativo e un sacco di altre cose davvero interessanti che trovate nella lunghissima (ma ripeto interessantissima) intervista qui sotto.

Sergio Messina

Oltre ad avere una biografia chilometrica non posso fare a meno di notare che è anche terribilmente variegata. Tutte queste esperienze cosa ti hanno insegnato?

 

Che tutto è uno. Che la vera grandezza alla quale aspiriamo, naturalmente senza arrivarci mai, è quella di quelli che cantano sempre la stessa canzone, dipingono sempre lo stesso quadro e progettano sempre lo stesso edificio, ogni volta con delle piccole differenze. Io ho la fortuna di poter applicare questa cosa a tutta una serie di esperienze diverse. Dentro i miei progetti ci sono sempre tracce dei miei progetti precedenti e indizi di progetti futuri.

 

Uno spettacolo-conferenza, un libro e un film, Realcore è un progetto che vuole chiarire le idee su un concetto fondamentale ovvero il sesso non è solo quello convenzionale, ma è qualcosa di decisamente sfaccettato. Parlamene un bel po’.

 

Il fatto che io scriva di porno nasce da una ricerca che ho fatto e che come primo e principale esito ha avuto uno spettacolo che si chiama Realcore che non è un vero e proprio spettacolo, ma un concetto, un’idea. C’è un po’ di confusione su questi “real”, il libro si chiama Realsex ed è la raccolta dei miei articoli di Rolling Stones. Il progetto nasce perché a un certo punto ho avuto internet a casa e ho cominciato a vedere cosa c’era, questo era il ’96 e c’erano alcune cose tra cui il porno. In quella fase della cultura digitale si affacciavano sul mercato le macchine fotografiche digitali. Diventavano più economiche, prima c’erano però costavano un casino, facevi sei foto e le dovevi scaricare. Diventava più comodo, più veloce e più semplice pubblicare e si affiancava alla solita pornografia tradizionale, che all’epoca erano perlopiù cose scansionate, non era materiale nato in digitale. Così la gente ha cominciato a fotografarsi e queste foto, a mio avviso, hanno un contenuto rivoluzionario. Nel senso che intanto la gente è brutta come me, insomma imperfetta. In pratica, non hanno niente del porno industriale. Quindi ho cominciato a raccogliere queste foto e nel 2000 parlando con il curatore dell’Ars Electronica Center dove io ero stato invitato come musicista pensai di proporre di parlare di porno, così feci una breve presentazione durante il simposio. Però nel 2000 sta roba non l’ha capita quasi nessuno. Uno è stato il curatore di un famoso convegno che si è tenuto nel 2005 e che si chiama Net Porn il quale mi ha chiesto di parlare della mia ricerca. Da allora ho cominciato a vivere di porno, nel senso che dopo qualche anno l’argomento era diventato comprensibile, condivisibile e la gente aveva visto questo genere di pornografia. In pratica era un po’ avanti su quest’argomento. Dal 2005 ho cominciato a girare con il mio spettacolo in Olanda, in Germania, in Belgio e infine negli Stati Uniti. Lì sono rimasto a insegnare all’Art Institute of Chicago con la posizione di Visiting artist, dove ho cominciato a parlare del mio avvicinamento al porno.

 

foto dello spettacolo "La rivoluzione siamo noi"

 

Chi sono gli attori (nell’accezione più ampia del termine) dell’alt porn?

 

Il sistema di per se non esprime delle star, esprime dei fenomeni temporanei. Ci sono molti casi di persone che facevano porno underground, porno casalingo e poi sono diventati porno overground spesso perdendo il bello di quello che facevano perché diventava come un’industria, un business e perde quella sua spontaneità. Il discorso è interessante perché da un lato tutta la folla di dilettanti ha spinto l’industria a creare cose più belle, premiando dei produttori di porno industriale che però hanno fatto delle scelte di genuinità e di onestà. Penso a questo Simon Thaur, un tedesco che per sei anni ha prodotto un film a settimana seguendo i principi del Dogma 95.

 

Grandioso!

 

Sono delle sudicerie che ti sconsiglio di vedere perché non le dimenticheresti facilmente. Però sono girati con una mentalità e una tecnica che sono consapevoli della pornografia amatoriale. La telecamera non stacca mai, ci sono solo quattro tagli in tutto il film, l’audio naturalmente è iperverbale, ci sono un sacco di chiacchiere, un gruppo di persone affiatato.
In Italia c’è quest’orda di pazzi che si chiama 100% Film e che è l’ultimo residuato della goliardia toscana applicata al porno che cercano coppie, singoli e molti extracomunitari per fare porcate in dialetto toscano. Loro sono dei professionisti, il formato è amatoriale, la qualità è quella che è e girano in albergo o nel loro ufficio, ma spesso vanno per campi. Loro secondo me sono fantastici perché interpretano una forma di porno ultra informato di questa roba qua che addirittura se ne fotte delle classificazioni. Infatti, se al negozio trovi i film con la denominazione “nonna”, qui non ci trovi scritto manco quello perché nella pellicola ci puoi trovare di tutto.

 

Chi sono le persone che pubblicano queste foto o video e che piacere provano nel farlo?

 

Sono difficilmente catalogabili. Prima forse erano persone un po’ più abbienti perché le macchine fotografiche costavano un pochino di più, oggi te le tirano dietro. Oggi tutti hanno accesso a internet e alla tecnologia. Sicuramente il primo piacere che ne ricavano è soddisfare il loro esibizionismo. È una forma di esibizionismo nuovo, mediata da internet, infatti, non è che uno che fa vedere il culo lo farebbe vedere anche per strada. Il fatto è che uno che pubblica una foto e il giorno dopo trova quaranta commenti che dicono che ha un femore bellissimo, sicuramente li spinge a pubblicare ancora. Questo è un modo di rimanere soddisfatti, anche se incasellarlo nella pornografia è un po’ difficile.

 

Se volessi dare una definizione di pornografia alternativa?

 

Quello che io chiamo il porno alternativo è la riappropriazione di questa forma che nel 2011 diventa arte popolare. Questo racchiude tutti gli aspetti della vicenda. Non esiste un genere di ‘pornografia amatoriale’ perché quelli che lo praticano in realtà fanno del sesso ognuno in maniera diversa dall’altro.

 

Tra i vari tipi di pornografia che hai avuto modo di indagare quali sono stati quelli che ti hanno affascinato maggiormente o incuriosito?

 

I più interessanti sono sicuramente quelli culturali. Sono quelli intorno ai quali si sviluppa una subcultura. I feticisti del singhiozzo, che sono pochissimi al mondo, non hanno una massa critica per fare una subcultura però poi ci sono i feticisti dei piedi. Loro hanno dei siti sui quali si scambiano informazioni su film nei quali, incidentalmente o meno, vengono inquadrati in maniera insistita dei piedi. Questo è divertente, propone un’idea del tutto depornizzata di un feticismo sessuale, cioè è una cosa che potrebbe leggere anche un bambino. L’universo del BDSM che è esploso con internet ma che esisteva già molto prima, hanno dei forum dove si parla di sicurezza per esempio “questa cosa si può fare?”, “ tu l’hai già provata?”, “è sicuro mangiarsi…?”, “è sicuro bere…?”, eccetera. Per esempio, qualcuno che chiede quanto tempo si può stare impacchettati nel Domopak prima di subire dei danni fisici, questi sono tutti universi a parte. Una delle letture più interessanti della mia vita è stato un sito che tratta di Submissive, cioè di persone che hanno un orientamento di tipo sottomesso, che si scambiavano pensieri. Naturalmente questa è gente che in alcuni casi si sottopone volontariamente e felicemente a delle pratiche molto intense, quindi poi avere un luogo dove parlarne e discuterne è interessante.

 

Pensavo che il “non parlarne” fosse una parte del piacere.

 

Da un lato sì, però da un altro lato magari poi ti ritrovi in una coppia dove c’è l’uomo dominante e la donna sottomessa, sei sposata con questa persona e sei soddisfatto da quel tipo di rapporto, però non capisci bene qual è il confine tra quel tipo di rapporto e la vita di tutti i giorni. “Portargli le pantofole rientra nel BDSM, oppure rientra nella mogliettina del cazzo che vorrei evitare di essere?”. Poi ognuno si da delle risposte, però poterne discutere può essere utile per quanto riguarda i rapporti familiari. Dove finisce il BDSM e altre situazioni del genere. Questo è solo un esempio.

 

foto tratta dal libro "Real Sex" di Sergio Messina

 

E perché il feticismo per i calzini o quello per il velluto rientrano nella pornografia alternativa?

 

Questa è un’ottima domanda e me la sono posta molte volte anch’io. Le chiamano “parafilie” e in pratica sono feticismi per i materiali come la gomma o il velluto, ce ne sono di milioni e scatenano emozioni. Sono pornografia perché a certe persone quella fotografia gli fa un effetto “genitale”. Però a molte persone gli fanno un effetto genitale cose che a me non mi fanno nessun effetto come per esempio le veline. Si apre così un capitolo interessante perché svela un atteggiamento molto ipocrita nei confronti della pornografia di buona parte della società.

 

Credi dunque che queste forme di pornografia alternativa nascano anche come reazione alla società? Un rifiuto di culi e tette?

 

No. Sicuramente c’è una forma di overdose, da un altro lato c’è l’insolito rispetto al solito che sono appunto le veline. Ormai non se ne può più, accendi la televisione a qualsiasi ora e quel genere di figa la vedi a rotazione continua, quindi forse c’è anche un po’ quella reazione. Le cose secondo me sono entro certi limiti indipendenti, però l’idea che per alcuni non importa, anzi per molti perché sono molti quelli che fanno uso di pornografia alternativa, l’idea che l’avvenenza fisica sia secondaria ad altri ingredienti questo è un fatto politico che loro lo sappiano o meno che sia una reazione o meno, secondo me loro non lo sanno però è questo quello che fanno. Se c’è uno che sta lì a guardare una signora di sessanta anni e dice “cazzo, a me questa qua mi piace proprio”, per questo qua se usi una figa per vendergli una macchina non funzionerà. Penserà che non vuole una donna con le tette dure ma vuole due tette molli. È incredibile quanta gente ami le tette cadenti.

 

Bene a sapersi!

 

Hai capito che notizione? Io c’ho la pansa, hai capito che sorpresa sapere che c’è gente alla quale piace la pansa? Ho pensato “c’è vita oltre i cinquanta”!

 

Ma alla fine di tutto tra masturbazione, feticismo e sadomasochismo, sesso vero e proprio se ne fa o no?

 

Se per sesso intendi che ci sono due genitali che sfregano, allora ci sono due considerazioni da fare. Se tu intendi “ma alla fine si tromba?”, allora sì. C’è tutto l’universo di siti per incontri e scambi di coppia che sì, alla fine si tromba. Secondo me però il tema è un altro, cioè ridefinire sulla base dell’attuale situazione il concetto di “si tromba”. Io avendo una certa età ho avuto diverse fasi, scusa se riporto il discorso sul personale, ma è l’unico modo in cui riesco a spiegarla questa cosa. Io ho un ricordo d’interazioni digitali molto più intense d’interazioni sessuali fisiche. Non sempre ovviamente, ma ci sono rapporti sessuali di cui avrei potuto fare tranquillamente a meno e rapporti digitali che hanno di molto arricchito e piacevolizzato la mia vita. Il tema è un po’ chiedersi cos’è il sesso. Se il sesso sta in mezzo alle gambe, allora vai su internet e dopo due giorni trombi. Se il sesso invece sta in mezzo alle orecchie, allora è tutto molto più interessante, è molto più complessa la situazione. Se questo è vero, ed è quello che stiamo ridefinendo, stiamo ridefinendo il concetto stesso di rapporto sessuale.

 

Lo sai che c’è un prete che ha esattamente il tuo stesso nome? È proprio il caso di dire il diavolo e l’acqua santa.

 

Eh sì, lo so. Mi fa una pena infinita. Fa una vita di merda. Prima ha cominciato a soffrire su Google. Se cerchi lui, vengo fuori io, anche se aggiungi il don. È una cosa terribile. È incazzato nero.

 

Per saperne di più (e vi prego vogliate saperne di più):

http://www.radiogladio.it/

http://www.radiogladio.it/wm/category/altsex/

http://www.realcore.radiogladio.it/blog/

http://www.sergiomessina.com/rsad.html

http://www.sergiomessina.com/realcore/

http://www.sergiomessina.com/video/

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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