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Siamo stati al Netmage 10

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Venerdì (22-01) dopo un lungo pomeriggio di studio forsennato ho deciso di regalarmi una serata di relax. Dato che la redazione mi aveva procurato un accredito ho deciso, entusiasta, di andare al Netmage10. Il Netmage è un festival che propone incroci fra arti elettroniche, visive, musicali e performative, diventato negli ultimi anni di respiro internazionale. Annualmente presenta un variegato e imprevedibile scenario sulla ricerca audiovisuale contemporanea. Fin dalla sua nascita l’evento è curato e realizzato da Xing, network nazionale che progetta, organizza e sostiene eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi, tutto questo sotto la direzione artistica di Daniele Gasparinetti e Andrea Lissoni.

foto di Gaetano Cammarota

Come sempre il cuore pulsante della manifestazione è stato Palazzo Re Enzo. Suddiviso in varie sezioni ognuna con una caratteristica peculiarità. Tra queste l’Elektrolab dove sono stati proposti 3 dei 200 progetti candidati da tutto il mondo. Privilegiando in modo particolare le ricerche che hanno avuto come oggetto la complessa relazione suono-immagine portate a termine da performer imparentati con il mondo delle arti visive e con quello del cinema sperimentale.
Quest’anno, il Netmage, ha inoltre commissionato e scelto una serie di live-media ad artisti visivi, sonori e performativi presentati in prima assoluta al festival. Il programma della sala principale, il Live Media Floor, è stato costituito nel suo insieme da un “word-scape” visivo ed emozionale che ha riattraversato i territori dell’immagine-movimento degli scenari contemporanei. Si sono esibiti: Nana April Jun, Lee Hangjun e Hong Chulki, Aron Dolloway, My Cat is an Alien, AndrénGoncalves, Cluster. Si riconferma la sezione Mangrovia, dedicata agli esiti più estremi della sperimentazione audio e visiva. Mangrovia è stato il luogo dedicato ad un ascolto contemplativo e tempestoso dove si incrociano le differenze geografiche e generazionali. Si sono esibiti: Francesco Cavaliere, Harappian Night Recording, Ectoplasm Girls, The Magic State, Es, Nassa, Andrea Belfi. Quest’anno Xing ha affidato l’immagine coordinata ad un artista contemporaneo, Carlos Casas.

foto di Gaetano Cammarota

Lo stesso ha presentato per la prima volta Cementery, degli esperimenti audio-visivi relativi ad un nuovo film. Mi è particolarmente dispiaciuto non poter assistere a Rachida Ziani/Dewi de Vree che presentavano delle istallazioni sonore basate su principi elettro-chimici; il processo nasce ispirandosi al funzionamento della prima batteria inventata da Alessandro Volta. Tirando le somme sono un po’ rimasto deluso dal festival, la sua formula è diventata, secondo me, eccessivamente minimalista, probabilmente per una scelta artistica.

foto di Gaetano Cammarota

Non essendo inoltre un fan sfegatato della visual art e di tutto il mondo che gli gira intorno, probabilmente non sono riuscito ad apprezzare le sperimentazioni sonore e visive, che in alcuni casi credo siano state eccessivamente portate allo stremo. Ciò non toglie che l’evento abbia riscosso comunque un certo successo e lo dimostrano le tantissime persone, di ogni genere ed età, che sono arrivate in città per l’evento. Tra questi ce n’era uno che mi è rimasto particolarmente impresso, sarà stato un signore sugli “..anta”che ha vagatoper tutto il tempo con una videocamera da una sezione all’altra cercando di non perdersi il minimo passaggio. Il dubbio è: sarà stato un culture delle arti audiovisuali o qualche addetto della Digos insospettito dagli strani apparati elettronici presenti in sala?

Luigi La Porta

scritto da

Questo è il suo articolo n°59

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