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Wailing Walls: Dan Witz per Amnesty International

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Dan Witz è un artista nato a Chicago nel 1957, attualmente vive a New York, esattamente a Brooklyn, è un pioniere della street art, difatti le sue prime incursioni urbane risalgono alla fine degli anni 70 e c’è una cosa che mi piace di lui: la sua attitudine a sbatterci in faccia la sua opinione sui muri delle città senza passare per le gallerie. Non che non abbia mai esposto in questi posti, anzi alcuni dei suoi lavori sono stati esposti sia negli Stati Uniti che in Europa, come la serie WHAT THE F*** realizzata nel 2010, ma lo stesso artista ammette di essere veramente se stesso quando può attaccare i muri delle metropoli, lasciando su di essi segni che non devono in alcun modo passare inosservati agli occhi del passante, soprattutto quello abitudinario, incastrato nella routine dei suoi movimenti e spostamenti. Ecco cos’è Dan Witz, un comunicatore che ha fatto degli strumenti della street art, dai murales agli sticker, dai graffiti alle pitture in 3d, un mezzo con cui smuovere i nostri neuroni e indurci a riflettere.

Non è certamente l’unico nel suo ambito ma mi piace la sua costanza e la sua ostinazione che lo porta a ideare progetti come quello di cui vi parlo oggi: Wailing Walls. Un’idea che nasce in collaborazione con Amnesty International e l’agenzia Leo Burnett di Francoforte, si tratta di una campagna di sensibilizzazione e solidarietà nei confronti di otto persone che si trovano rinchiuse in carcere a causa delle loro idee politiche, otto persone che rappresentano idealmente tutti gli uomini e tutte le donne costretti a subire ingiustamente la vita in prigione, molte delle volte erroneamente.

Non una denuncia qualsiasi ma una fantastica interazione tra la street art, i social media e la tecnologia dei QR code.
La location del progetto di cui Dan Witz è protagonista sono alcune aree urbane della città di Francoforte, economicamente tra le più sviluppate della Germania, dove l’artista americano ha realizzato delle pitture illusionistiche di finestre con sbarre e porte oscurate con prigionieri dietro di esse, un modo creativo per farci raggiungere dalla percezione della condizione dell’essere umano sotto processo per le sue idee politiche.

La street art di Dan Witz trasforma così lo spazio urbano in esperienza individuale e collettiva al tempo stesso poiché ogni istallazione visibile all’individuo rappresenta il dramma di otto storie reali che accadono a otto prigionieri di otto paesi sparsi nel mondo. Ad ogni istallazione di Dan Witz a Francoforte, rintracciabile sul sito web, corrisponde uno sticker con un codice QR contenente le informazioni su ogni detenuto coinvolto nel progetto, il motivo della detenzione e quindi la richiesta di giustizia.

Chiunque all’interno del sito web può lasciare un messaggio che va a comporre una rete virtuale di solidarietà il cui intento è quello di sottoscrivere una petizione che verrà inviata alle autorità che detengono i prigionieri politici del mondo.

 

Per ulteriori informazioni: sito | youtube

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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