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Ciao Zedz ci dici cosa stai facendo dietro le quinte del Teatro India?

Outdoor sta arrivando cari amici e dopo l’intervista a Kid Acne, siamo andati a rompere le scatole a Zedz, un artista olandese che vive in Italia da qualche tempo. Indaffarato con colori e pennelli, timido quanto basta ma con le idee molto chiare, Zedz ci ha aperto le porte del suo mondo. Buona lettura!

Raccontaci cosa stai facendo dietro le quinte del Teatro India

Sto realizzando una scultura per il festival Outdoor composta da 4 pezzi, ognuno dei quali rappresenta una lettera del mio nome: Zedz, appunto ed ora la sto colorando.

Zedz at work / courtesy Outdoor
Zedz at work / courtesy Outdoor

 

Cosa fai quando non sei impegnato con le tue creazioni?

 

Sto seduto in cucina con il mio laptop, oppure dipingo fuori, oppure faccio questo in un altro posto o disegno in un altro posto. Tendenzialmente non riesco a fare altro, cerco sempre di essere creativo. Sono un artista.

 

Quando hai inziato a disegnare?

 

Ho iniziato a disegnare quando ero veramente piccolo, mi piaceva e ho continuato. Ho iniziato la mia carriera da artista facendo graffiti con il mio nome, avevo all’incirca 15 anni. Poi ad un certo punto è apparso chiaro in me che ero un artista. A 19 anni non sono andato all’università come avevo pianificato ma ho iniziato a studiare arte e ho capito che veramente volevo fare graffiti. All’inizio facevo fatica ad ammettere di essere un artista, negavo cosa stavo facendo. Un pochino per timidezza ma non solo per questo. Immaginavo la vita di un artista come un uomo pigro, seduto a leggere giornali, fumare sigarette. Io non mi immaginavo così, non mi identificavo con questa figura di artista. Avevo 25 anni quando sono venuto allo scoperto. Era il tempo giusto per non negare più agli altri cosa volevo essere. Un artista appunto.

 

Qual è la cosa più difficile nel tuo lavoro?

 

Soldi. È molto difficile vivere con ciò che faccio, posso fare delle piccole concessioni, ma alla fine realizzo sempre ciò che ho in mente. Altrimenti non mi sentirei libero come lo sono adesso.

Zedz at work / courtesy Outdoor

Sappiamo che vivi in Italia ora, come vedi il nostro approccio alla street art?

 

Trovo sia molto bello qui incontrare gente per strada che ti ferma e ti fa delle domande su quello che stai facendo sui muri, in Olanda forse siamo più abituati a vedere artisti all’opera e molti si fermano quasi esclusivamente a scattare foto. Mi piace ascoltare soprattutto le persone a cui non piacciono le mie opere.

 

Le tue ispirazioni?

 

Questa è una domanda complessa, cercherò di essere sintetico. La mia grande ispirazione è forse solo l’arte. Quella che ti porta lontano, anche quella altrui. Mi ispirano quegli artisti che con il pensiero si spingono oltre la possibilità. Ma soprattutto mi ispirano i graffiti, l’odore dei graffiti, ciò che gira intorno ad essi.

Zedz at work / courtesy Outdoor

L’ultima cosa a cui pensi prima di chiudere gli occhi?

 

Guardo delle foto, è un modo per disconnettermi. Non voglio portare il mio lavoro nei miei sogni, però se so che il lavoro è andato bene posso andare a dormire contento e soddisfatto. Altrimenti passo una notte in bianco.

 

Un posto dove ti piacerebbe disegnare?

 

Mi piacerebbe realizzare un’opera più grande della vita. Una di quelle così grandi che vedi dall’aereo e la leggi per 30 secondi, una che ti fa esclamare: sì, quella è la mia, quella sono io!

 

Progetti futuri?

 

Subito dopo Outdoor prendo parte ad un progetto a Milano ma nella mia agenda ci sono altri impegni di cui ora ricordo. L’importante è non smettere mai di lavorare, non voglio rilassarmi, voglio lavorare! Mi rilasso lavorando. Sono un artista.

 

Per chi volesse saperne di più: out-door.it oppure zedz.org

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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