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Gli abissi dorati di Chiara Manchovas

La conosco da un paio d’anni e non avevo ancora avuto modo di presentarvela. Finalmente in occasione della sua personale Depths, al SAMO di Torino fino al 18 novembre, ho fatto qualche domanda alla mia amica Chiara Manchovas, artista poliedrica, amante della musica e della natura, profonda estimatrice della dualità dell’animo umano.

Chiara Manchovas - foto di Enrico Frignani
Chiara Manchovas – foto di Enrico Frignani

 

Chiara Manchovas. Artista, gattara e…? 

 

Gattara più o meno: faccio outing e mi dichiaro pubblicamente allergica al pelo di gatto, ho due micetti che purtroppo, hanno dovuto trasferirsi dai miei genitori.

Artista: è sempre strano definirsi così, mi sembra sempre un po’ pretenzioso. Diciamo che cerco di fare del mio meglio per essere una buona disegnatrice, una grafica, una fotografa e una sperimentatrice. Da grande avrei voluto essere tantissime cose: un’artista, una naturologa, un’egittologa, una mineralogista, una camionista (ero un maschiaccio).

Sicuramente, in parte, sono stata fedele alle mie aspettative di bambina, ho portato avanti la mia passione per l’arte e quella per la natura, non sono diventata una mineralogista ma rimango sempre affascinata da pietre, cristalli e gemme e dal tempo infinito che hanno impiegato gli elementi a creare qualcosa di così bello e perfetto. L’egittologia l’ho un po’ messa da parte, mi intrigava soprattutto perchè mio padre e i miei nonni sono nati in Egitto e quindi volevo studiare la cultura delle mie radici.

Sono un’amante della musica e conduco un programma radio “The Needle” sulla webradio Border Radio di Torino, e no, non sono diventata una camionista.

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Raccontaci un po’ di te: com’è nata la passione per l’arte, dove hai studiato?

 

Quando mi fanno questa domanda penso sempre ad una mia foto da bimba dove disegno con le cuffie in testa nello studio di mio padre: quell’immagine risponde perfettamente a ciò che mi hai chiesto.

Ho iniziato il mio percorso di studi al liceo Artistico Felice Casorati di Novara, in seguito ho frequentato il corso di Arti Visive indirizzo Illustrazione allo IED di Torino, per poi formarmi come autodidatta attraverso le esperienze lavorative nel campo della grafica, della fotografia e un po’ anche della moda.

Negli ultimi anni mi sono immersa nella cultura street, mi sto interessando al video e alla projection art. In generale sono sempre entusiasta delle contaminazioni tra le varie discipline e per questo mi piace definirmi poliedrica, negli interessi e nelle intenzioni.

foto di Zelda Ambra Pizzato
foto di Zelda Ambra Pizzato

 

Il tuo stile è facilmente riconoscibile. Spesso sono volti tutti con “colate” di nero. Io le vedo un po’ come macchie, le insicurezze, le colpe, i difetti che però rendono bello un animo.

 

Hai colto quello che intendo. Anche se so che, a primo impatto, le mie opere trasmettono una visione oscura, in realtà quello che voglio è andare al di là della definizione di bene e male: la monocromia drammatica, gli sguardi intensi o assenti, i movimenti sinuosi e sensuali delle figure nei miei disegni, cercano di portare in vita gli elementi primordiali, le energie negative o positive, complementari e radicate dentro ognuno di noi, che rendono, come dici tu, bello un animo.

Depht - foto di Zelda Ambra Pizzato
Depths – foto di Zelda Ambra Pizzato

 

Con Depths cosa porti su tela? Abissi nascosti, universi infiniti…

 

Abisso e universo, le profondità oscure e gli spazi infiniti, sono i due opposti complementari che rappresentano i lati più profondi e sconosciuti di noi stessi, elementi invisibili ma essenziali per la vita e per la percezione che abbiamo di essa. In questo progetto indago su carta le forze racchiuse in questi mondi, caotiche e primigenie. Per farlo mi sono ispirata alla tecnica Sumi-e dove ci si lascia trasportare dalla mano e dal pennello, dipingendo in modo naturale. La filosofia taoista su cui si basa questa tecnica insegna che è proprio l’arte di dipingere che rivela, per eccellenza, il mistero dell’Universo stesso.

Depths - foto di Zelda Ambra Pizzato
Depths – foto di Zelda Ambra Pizzato

 

Cosa ispira di più i tuoi lavori?

 

In generale le cose che mi affascinano di più sono quelle che trasmettono forti emozioni o anche sensazioni contrastanti: mi piace la decadenza, mi intrigano gli immaginari onirici, le atmosfere enigmatiche, le situazioni erotiche. Sono sempre in cerca di percezioni particolari tramite i miei sensi: come suoni ricercati o gusti unici, mi piace osservare e conoscere le persone intorno a me, le migliori e le peggiori. Mi affascina la violenza, e mi rassicura la dolcezza. Questa mia ampia ricerca di sensazioni mi porta ad adorare i viaggi: non rinuncio a partire e immergermi nelle culture, nella storia, nella vita, nello spirito e nella natura di posti sconosciuti, vicini o lontani. In tutto questo, credo di poter parlare di Amore, un altro concetto molto profondo, forse il più profondo, su cui sto cercando di essere più cosciente, ma che percepisco riguardo a tutti questi argomenti.

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Chi ti ha influenzata di più, qual è l’artista che senti più tuo?

 

Per quanto riguarda la street mi trovo molto in sintonia e mi influenzano Never2501, Faith47, Ericailcane, Roa, mentre per quanto riguarda l’arte contemporanea, il lavoro della mia amica Emilie Lindsten, Gerhard Richter, Araki e per l’illustrazione Vania Zouravliov, Joao Rua, Akino Kondo. Purtroppo gli artisti sono tanti e ho citato “i primi che mi venivano in mente senza pensarci troppo”, ma in realtà molti mi influenzano, per gusto estetico, temi e tecnica. In generale trovo le mie influenze in tutta l’arte visiva e in tutte le discipline, fotografia, pittura, design, illustrazione, grafica e scultura. Spesso mi piace visitare i musei da sola: in certi luoghi ho bisogno di prendere il mio tempo per visitare e metabolizzare ciò che vedo, senza la preoccupazione di coordinarmi con qualcun altro. Il mio record personale è quello di nove ore di fila trascorse al Louvre in compagnia solo di un taccuino, scarpe comode, e bevande energetiche. Inoltre, riguardo la mia ispirazione e influenza, mi piace raggruppare immagini su Pinterest, e tenere come un “diario” di tutto ciò che mi ispira giornalmente su Instagram. Vi invito ad andare a curiosare sui miei profili.

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So che ti sei avvicinata alla pittura a parete da poco. È stato un passo naturale? Che differenza c’è tra tela e muro? Come ti gestisci lo spazio? 

 

Sono sempre stata interessata alla cultura street, il titolo della mia tesina di maturità era “La cultura underground”, quindi il passo è stato molto naturale. Ci ho messo un po’ a mettere in pratica questo interesse perché volevo trovare il modo giusto per poter trasferire bene il mio stile e la mia tecnica su muro che è un supporto totalmente diverso dalla carta che uso di solito. All’inizio “macchiare” un muro mantenendo la mia linea mi sembrava impossibile, quindi come primo approccio ho iniziato attaccando poster che semplicemente erano stampe giganti delle mie illustrazioni, poi sperimentando ho capito come poter lavorare a un murale. La mia palette è sempre monocromatica come nelle illustrazioni, quindi uso principalmente toni di acrilico bianco, nero e acqua, procedendo a livelli: parto con i pennelli zuppi di acqua e poco colore per dare le prime forme di base e man mano aumento la quantità di pigmento nell’acqua, fino a dare gli ultimi punti di luce e ombra con il colore puro.

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Arrivando da Torino, prolifica sotto questo aspetto, c’è qualche artista di street art che merita la nostra attenzione?

 

Sì, Torino è molto prolifica, e abbiamo molti artisti bravissimi e molti anche di fama internazionale, Inoltre ci sono numerose realtà che si occupano di tutto ciò che orbita intorno al questo argomento, come gallerie, associazioni, progetti. Non dimentichiamo poi che qui è stato realizzato il progetto MurArte (1999), all’avanguardia ancora oggi sotto l’aspetto delle politiche di inquadramento dei graffiti nelle città, che ha dato il via a tanti altre manifestazioni come, PicTurin, MAU, NizzArt, SAM, B.ART, ma anche eventi in provincia come Sketchmate o Street Alps.

Potrei poi partire a farti un elenco lunghissimo di nomi di artisti meritevoli, ma rischio di dilungarmi davvero troppo! Ti posso però consigliare alcuni dei luoghi dove poter scopre questi nomi: i grandi spazi come il SAMO e il Bunker, le gallerie come Galo Art Gallery e Square23, ricordando poi, con nostalgia, il progetto effimero SUB URB ART (la fabbrica di via Foggia).

E consiglio di fare una passeggiata con i ragazzi dello Street art tour Torino, che organizzano tour guidati per conoscere il mondo della street-art e del muralismo contemporaneo in città. Oppure di procurarsi una “Ink map” una mappa-percorso che permette di individuare e raggiungere le opere di arte murale cittadine. Entrambe sono due degli ultimi progetti dell’associazione “Il cerchio e le gocce” un’associazione culturale che, da anni, promuove la cultura underground/street all’interno della città.

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Dove possiamo trovarti, oltre al SAMO, nei prossimi mesi? Hai in cantiere qualcosa?

 

Oltre che al SAMO, in questo momento, potete trovare alcuni miei lavori anche da Akuk Howling Design sempre a Torino.

Per ora ho concentrato tutte le mie energie in Depths, per il futuro ho in cantiere molti progetti che spaziano dalla street art, all’illustrazione, alla fotografia, al video, se siete interessati vi consiglio di tenervi aggiornati tramite il mio blog e la pagina Facebook.

 

Chiara Manchovas | sito instagram facebookBehance

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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