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I 15 nomi più interessanti del Primavera Sound 2015

Ieri 21 gennaio 2015 non so quante mila persone alle ore 20.00 in punto si sono attaccate più ossessivamente del solito al cellulare per vedere cosa avrebbe svelato la maledetta line-App, che fino a quel momento aveva soltanto tanti bug e un countdown decisamente poco rilassante. Come qualcuno aveva già spoilerato, la app del Primavera Sound 2015 consisteva in un videogioco dove tu, protagonista, dovevi ammazzare corvi, demoni con teste a teschio e tizi che sparavano palle verdi per scoprire i nomi della line-up. Io ho desistito al boss del primo livello, dopo 40 minuti di gioco e il pollice della mano sinistra atrofizzato. Poco male, ho chiuso la app e il favoloso mondo dell’internet era già intasato di foto della lista completa di nomi. Dopo mesi di promozione a suon di “best festival ever” e dopo due anni di nomi succulenti e soddisfacenti sotto ogni aspetto, scoprire gli headliner di quest’anno è stato un poi come tirare fuori un soufflé dal forno: tutto si sgonfia e il risultato, per quanto dentro sia buono, nell’immediata apparenza ti delude. La grande trovata di creare aspettative troppo alte, come è successo, è che il pubblico poi pretende che siano soddisfatte, e quando leggi James Blake, Black Keys e Alt-J come nomi principali, beh, non puoi fare a meno di pensare che avrebbero potuto fare molto meglio. Ciò nonostante, la line-up permette di vivere il festival senza troppa ansia, con nomi “minori” molto interessanti da scoprire, e forse anche di ubriacarsi come quando avevamo 15 anni (magari il senso di quest’addizione risiede proprio lì, nella sbronza adolescenziale).

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Ma ecco i nomi che quest’anno cercherò di non farmi sfuggire:

RIDE

 

Insieme a Slowdive e The Jesus And Mary Chain, i Ride sono uno di quei gruppi per cui avevo perso le speranze. Non avrei mai pensato che nel giro di tre anni li avrei sentiti tutti, live, a Barcellona. L’unico terrore è che il concerto sia deludente come quello dei Jesus and Mary Chain, ma sticazzi, voglio sentire Twisterella dal vivo. Voglio togliermi anche questa soddisfazione.

 

 

CHEATAHS

 

Se i Ride deluderanno, i Cheatahs sono la band su cui investo tutte le speranze di quest’anno. Nominati successori degli Slowdive, sono i migliori portavoce di questa nuova ondata shoegaze e non vedo l’ora di ascoltarli tra il vento marino che soffia disperdendo gli echi delle voci.

 

 

PALLBEARER

 

L’anno scorso i Jesu, quest’anno i Pallbearer. La parte pesante della mia anima è felice di aver letto questo nome. Forse non ascolterò tutto il live, forse sì, fatto sta che probabilmente sarò tra le poche donne presenti.

 

 

ICEAGE

 

Il mio amico Mike da Londra, quando gli chiesi cosa ascoltare in questi mesi, mi disse. “Assolutamente gli Iceage, hanno fatto un disco della madonna”. Una voce profonda accompagna le ballate scure degli Iceage, interrotte solo da colpi di batteria e schitarrate confuse. Ammalianti su disco, figuriamoci dal vivo: secondo me possono battere addirittura i Deafheaven.

 

 

MAC DE MARCO

 

Il mio amico Mike da Londra (che, come avrete capito, è uno dei miei riferimenti musicali) mi ha detto che una volta nella vita devo sentire Mac de Marco dal vivo, che mi divertirei un sacco, che i suoi testi sono ironici, che va ascoltato e capito, perché altrimenti rischi di non apprezzarlo fino in fondo. Io mi sto studiando le sue canzoni in attesa di maggio.

 

 

JON HOPKINS

 

Bravissimo a mettere a fuoco la pista, l’ho adorato al Club to Club e sinceramente è il nome che non voglio perdermi per quanto riguarda il lato “scateniamo il culo”. Hopkins è una conferma, sempre, quindi sicuramente ci farà ballare fino alle 6 del mattino. Perfetto, soprattutto vista l’assenza dei miei ormai miti Disclosure che per due anni di fila ci hanno accompagnato nelle ore precedenti l’alba.

 

 

KELELA

 

Gli orari incastrati del Club to Club mi hanno impedito di sentirla. Per me ha una voce e uno stile decisamente migliori della tanto acclamata Fka Twigs. E non vedo l’ora di sentirla dal vivo per confermare le voci che mi dicono sia grandiosa.

 

 

SWANS

 

Ebbene sì: non sono mai, mai mai riuscita a sentire gli Swans, quindi per me questo è un ritorno che apprezzo e per cui mi bacio i gomiti. Swans finalmente ci vediamo e non vedo l’ora di godermi l’ondata sonora, di lasciarmi trasportare tra i vuoti e i i muri di chitarre.

 

 

AMERICAN FOOTBALL

 

C’è stato un momento, anni fa, in cui il mio migliore amico mi passò il disco degli American Football dicendomi che era il suo gruppo preferito e che avrei dovuto sentirlo. Mi piacque tantissimo. Io e lui ci siamo persi di vista, ma questo concerto lo ascolterò per lui.

 

 

THEE OH SEES

 

Due anni fa all’ATP spaccarono i culi, noi passavamo solo di lì e ci siamo persi un pezzo di live. Mi sembra legittimo rivederli, dall’inizio alla fine.

 

 

THE THURSTON MOORE BAND

 

Come avrete capito a me piacciono i suoni più melanconici, più sognanti, a tratti noise. MI piace quello che mi lascia qualcosa dentro, che mi tocchi nel profondo con le parole o che mi faccia perdere il contatto con la realtà. Mi aspetto che Thurston Moore mi dia tutte queste emozioni e mi lasci un segno.

 

 

JOSE GONZALEZ

 

Eccolo là, il tristone (e non vi ho messo Damien Rice, con cui va a braccetto). Che poi proprio tritone non lo è. Ma chi non ha amato la sua cover di Heartbeats degli Knife? Mio dio, non posso non sentirla dal vivo, sarebbe uno smacco.

 

 

UNKNOWN MORTAL ORCHESTRA

 

Qualcuno si lamenta per l’assenza dei Tame Impala? Nessun problema; birra e Unknown Mortal Orchestra risolvono quell’ora tarda della giornata, dove tra una birra e due patatine fritte aspetti che cali il freddo gelido della notte spagnola.

 

 

GUI BORATTO

 

“Perché Gui Boratto e non Caribou?”. Non so, vorrei solo rispondervi: ma perché è Gui Boratto cazzo. Ho voglia di ballare, ho solo voglia di muovermi senza pensare a quel che sto facendo. Gui Boratto è maledettamente bravo a cancellarti ogni pensiero e farti muovere in trance.

 

 

CHET FAKER

 

Dopo la brillante prova live all’Hiroshima, sono molto curiosa di vedere se e come suonerà in un palco da festival, all’esterno, con un impianto che metterà alla prova la sua voce.Chissà come sarà, in ogni caso, non me lo perderò.

 

 

È vero. Egoisticamente avrei voluto Bjork, i Flaming Lips, i Faith No More o i Weezer, ma un anno di respiro per finalmente poter andare alla ricerca dei gruppi che spesso ho dovuto lasciare indietro per concerti “della vita” che non volevo perdere, è decisamente un punto a favore di questa edizione (Shellac, mi farò perdonare per tutti gli anni persi!). Ci vediamo a Maggio, Barcellona.

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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