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I trentini e la Grande Guerra

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Sagome sospese nel vuoto, immagini, volti, voci, rumori, oggetti, tra ombra e luce. Sono i Trentini della prima guerra mondiale, popolo “polverizzato” dal grande conflitto che ci fanno entrare nella loro storia con un percorso visivo e interattivo, esposto in due gallerie parallele, una nera e buia (da sud a nord), l’altra bianca e illuminata (da nord a sud), tra le montagne di Trento e noi al posto di veloci auto, le percorriamo, aggirandoci tra il bianco e nero, sezioni cromatiche scandite da tappe cronologiche, ci guardiamo intorno, osserviamo i vari documenti d’archivio, pensiamo, guardiamo le ombre dei nostri passi, ripensiamo a quegli anni, tentiamo di farci “rapire” ma l’alchimia non c’è, la nostalgia proprio non rapisce. Forse è poco convincente l’allestimento, soprattutto per la “discutibile” acustica (migliori i giochi di luce), ma senza dubbio è geniale la scelta del luogo, rifunzionalizzazione carismatica e interessante di due tunnel, simbolismo esplicito ma pur sempre affascinante.

Si entra in tunnel per immergersi in zone remote della memoria collettiva, sotterranee, nascoste; si entra nel ventre di una terra che ha ingoiato amaramente le brutture della storia; si entra in quello che potrebbe essere un cannone, icona del male, dello strupro di una regione ai margini d’Italia; si passa nel buio per incontrare la luce. la strada del ritorno a casa per noi, la speranza per i Trentini di 90 anni fa. Luogo interessante.

– Eugenia Cristino

Eugenia Cristino

scritto da

Questo è il suo articolo n°5

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