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La Colombia di Bastardilla

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Mi chiamo Bastardilla, mi dedico alla elaborazione di immagini e lavoro prevalentemente per strada. Sin da quando ero una bambina avevo ben chiaro il fatto che avrei voluto fare la pittrice. Per molti anni ho continuato a buttar via i miei quadri perchè mi sembrava inutile dipingere qualcosa che non potevo poi condividere. Poi ho capito che la strada sarebbe stato il luogo ideale per i miei lavori. La strada è un luogo molto dinamico, non ci sono limiti ai temi da trattare poiché ci sono tantissime cose che mi commuovono e che catturano la mia attenzione.

Sono molto interessata al tema della violenza, ma dal punto di vista delle conseguenze che essa genera. Poi mi piace molto mettere in evidenza il lato opposto del mondo della pubblicità, che solitamente cerca di venderci la felicità, facendoci dimenticare che anche la tristezza è un sentimento umano e che le persone dovrebbero imparare a non rifiutare. Gran parte del mio lavoro è legato a ciò che vedo e ciò che amo nella mia vita, come ad esempio la natura, mi piace mescolare l’uomo con l’animale, ad esempio ora sto disegnando il corpo di una pantera che andrò a mescolare con il corpo di una donna, cercando così di comunicare la forza, la leadership e gli aspetti mistici che si nascondono dietro il concetto di femminilità. Spesso disegno delle donne con i capelli sulla bocca come se fosse una sorta di maschera, sembrano donne ma in realtà non lo sono. Per questo genere di disegno ho preso spunto dalle donne musulmane che usano l’hijab per coprirsi, visto che i loro capelli sono considerati sensuali e provocatori.

In più mi è stato poi detto da un gruppo di colombiani della regione del Vaupes che i capelli rappresentano la conoscenza. In questo senso i capelli hanno un sacco di storie interessanti che si potrebbero raccontare. Un altro tema che trovo interessante sono le persone che dormono per strada, e con questo non intendo raccontare soltanto delle persone che non hanno una casa, ma mi piace parlare del concetto di intimità pubblica. Mi piace osservare le diverse reazioni della gente nei confronti di dieversi comportamenti che si possono avere per strada. C’è ad esempio c’è chi considera immorale dormire per strada, anche se una persona è semplicemente sdraiata, su questo fatto ognuno ha la propria interpretazione. C’è gente che considera il dipingere per strada di cattivo gusto, ed altre che invece mi invitano a pranzo o che mi aiutano a trovare una scala. Quando sono per strada è come se avessi un bisogno impellente di fare un disegno, anche piccolo, e se non ho a portata di mano un pennello o un pennarello è come se mi sentissi frustrata.

Per chi volesse saperne di più: www.bastardilla.org

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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