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La natura dell’arte di Robert Proch

In occasione della sua personale alla Wunderkammern inaugurata lo scorso 16 aprile, Crossing the Line, non mi sono fatta scappare l’opportunità di intervistare proprio lui, Robert Proch, uno degli artisti più strepitosi dell’arte contemporanea polacca e oggi ho l’onore di farvi leggere l’intervista. Abbiamo parlato del suo presente, della sua mostra a Roma, mi ha spiegato il suo modo di concepire l’arte, mi ha detto la sua sulla “questione Blu” e ovviamente abbiamo chiuso con i progetti futuri. Devo aggiungere altro? Non mi resta che augurarvi buona lettura!

Iniziamo dal titolo della mostra, perché “Crossing the Line”? Raccontaci come è stata concepita questa personale.

 

In realtà il titolo è arrivato in un secondo momento, quando stavo per terminare l’ultimo pezzo della serie. In linea generale l’aspetto più importante sul quale mi sono focalizzato è stato il meccanismo degli ambienti e su come siano stati costruiti in relazione a come siamo cresciuti, quindi il nostro rapporto con ciò che ci circonda e la nostra accettazione di esso. Penso che ognuno possieda la propria natura e la propria personalità, che vanno di pari passo con il bagaglio del luogo in cui ognuno si trova. Arriva poi il momento in cui si raggiunge il punto di rottura e due nature parallele si scontrano.

È la tua prima personale in Italia e quindi anche la prima a Roma. Cosa fai normalmente quando ti approcci per la prima volta ad una nuova città?

 

Guardo la mappa (ride, ndr). No ma seriamente prima di arrivare a roma abbiamo avuto un lungo processo di preparazione alla mostra e per questa prima volta a Roma sono venuto con la mia famiglia e quindi è una cosa eccezionale. Durante la fase di preparazione alla mostra nei mesi scorsi abbiamo messo a punto molti dettagli dell’evento e abbiamo avuto una settimana particolarmente impegnativa durante la lavorazione dell’opera sul muro della galleria e soltanto alla fine abbiamo gatto qualche giro turistico per la città. Quando viaggio per lavoro alla fine vado sempre un pochino di corsa: organizzare gli strumenti, conoscere un po’ l’ambiente di lavoro e duro lavoro sulla gru. Spesso non c’è molto tempo per apprezzare pienamente le città che visito.

I tuoi lavori si trovano a metà tra l’astratto e il figurativo ma come descriveresti la tua arte?

 

Ho costruito il mio modo di visualizzazione su tre fattori, ovvero la pittura classica, i graffiti e film animati. Il primo mi ha insegnato come disegnare un oggetto, lo studio su di esso e come usare i giusti strumenti per la sua realizzazione. Le influenze dei graffiti hanno dato un forte impatto astratto sul mio lavoro in quanto tutto il mondo è geometria. Rapportare tutto questo su un muro è diventato un processo nel quale ho dovuto rivedere le proporzioni e i miei stessi gesti. Infine, da diversi anni lavoro nell’ambito dell’animazione e ciò ha indirizzato la mia attenzione sugli aspetti relativi al movimento e al tempo nella pittura. Imparare da un pezzo ad un altro dell’animazione è stato un grande training nell’immaginare gli oggetti da tutte le possibili angolazioni. Nel frattempo che mi impegnavo nella ricerca di uste tecniche ho provato ad osservare le cose che mi girano intorno per tutto il tempo che mi era possibile ed in particolare gli aspetti emotivi e psicologici che ci trascinano. Cosa che sto ancora facendo.

Cosa ne pensi del famoso intervento di Blu di qualche settimana fa sui suoi lavori a Bologna?

 

Capisco e rispetto il suo punto di vista. La sua reazione sembra essere molto risoluta ma sappiamo che in generale lui è un artista molto devoto al suo lavoro. Non conosco bene cosa ci sia dietro a questa azione ma l’idea di tutti i lavori che vengono realizzati sui muri appartiene alla gente e alla città in generale. Ci si arrabbia quando la politica locale si prende gioco dei nostri lavori.

Da dove trai ispirazione per i tuoi lavori?

 

Credo da tutto veramente, cambio solo il focus con il passare del tempo. I tuoi progetti per il futuro? Farò dei lavori in Francia, in Germania e in Polonia questa estate e poi tornerò a lavorare nel mio studio dove inizierò a preparare la prossima mostra a Parigi ma nel frattempo parteciperò anche a delle fiere d’arte che si svolgeranno a breve.

 

Tutte le foto sono di Antonio Sena.

Robert Proch | sito

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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