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Musiche d’altri tempi, intervista a LVDI SCAENICI

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Senza musica non si può vivere, questo è sicuro e poi ogni suono è musica. Certo i clacson degli automobilisti infuriati no, né i soliti frastuoni insopportabili di tutti i giorni, ma vi siete mai chiesti come poteva essere la musica antica, quella composta dai Greci e dai Romani, che accompagnava la vita e gli spettacoli dei nostri antenati? Io si ed ho avuto la mia risposta per caso. Quest’estate sono scesa alla stazione di Salerno e nell’attesa piuttosto lunga di chi aveva detto che sarebbe passato a prendermi, mi sono fermata vicino ad un ufficio di informazioni turistiche. La mia attenzione si è focalizzata su un manifesto di spettacoli teatrali greci e romani nel suggestivo parco archeologico di Velia.

foto di Giorgio Coen Cagli

Non mi dite che noia! A me piacciono, sono gusti, ma la curiosità maggiore è stata per un gruppo musicale dal nome LVDI SCӔNICI, che si sarebbe esibito in quella occasione riproducendo le antiche melodie. Mi sono subito chiesta come poteva essere questa musica, se mi potesse piacere o se mi potesse annoiare e, tornata a casa, mi sono subito informata facendo un giro su youtube. Certo la musica non è da ballare, né inserirei più di un pezzo sul mio mp3 perché le mie orecchie non sono abituate ad una melodia che deve essere vista, non sentita. Mi spiego meglio. La musica dei Greci e dei Romani è costituita da suoni che definirei soft, composti per accompagnare spettacoli di danza e teatro, ma per comprendere meglio quando nasce questo progetto di ricerca e ricomposizione di musica antica contatto proprio il gruppo, che riesce a soddisfare le mie risposte.

Quando nasce il gruppo LVDI SCӔNICI?

Il gruppo Ludi Scaenici è stato fondato da Cristina Majnero e Roberto Stanco nel 1999. È un gruppo musicale che svolge un’attività concertistica sia in Italia che all’estero collaborando anche con l’università di Roma “La Sapienza” e con l’università di Tarragona in Spagna.

foto di Giorgio Coen Cagli

Quanto sono diversi gli strumenti musicali odierni rispetto a quelli del passato?

Gli strumenti del passato sono gli antenati di quelli moderni per cui hanno in comune le cose fondamentali come la produzione del suono anche se dal punto di vista tecnico. Quelli moderni sono molto più comodi e affidabili.

Quali difficoltà avete riscontrato per lo studio del materiale recuperato e dei trattati teorici?

Il materiale recuperato purtroppo è sparso per tutta l’Europa e non esiste ancora un inventario generale dei reperti e delle loro collocazioni, quindi potrebbero esserci ancora degli strumenti antichi che non abbiamo avuto l’opportunità di studiare. La teoria della musica antica si conosce ed è ben documentata attraverso la trattatistica dell’epoca, però ci sono notevoli difficoltà nella sua
applicazione pratica.

E per quanto riguarda la danza il materiale da analizzare era maggiore oppure no, dato che le immagini di danzatrici e danzatori appaiono in mosaici, ceramiche e affreschi?

Sia per la ricostruzione degli strumenti che per quella della danza ci basiamo molto sull’iconografia, per fortuna il corpo umano e le sue possibilità non sono mutate e questo facilita la ricostruzione dei movimenti nelle coreografie.

foto di Giorgio Coen Cagli

Nel 2001 nasce il vostro primo CD “E TEMPORE EMERGO” che nel 2003 è stato scelto come colonna sonora del DVD “Tarraco” sulla storia di Tarragona, quante cose sono cambiate da quel progetto e come si sono evolute?

Dal 2001 ad oggi abbiamo girato per l’Europa frequentando siti archeologici, musei ed alcuni fra i più importanti studiosi nel campo dell’archeomusicologia. Siamo diventati membri dell’ ISGMA (International Study Group on Music and Archeology) dipartimento dell’Istituto Germanico di Archeologia. Questo ci ha consentito di scambiare ed approfondire le nostre conoscenze in materia arrivando ad una maggior chiarezza su quello che poteva essere la musica nel mondo romano.

Quale era la funzione della musica nel mondo antico?

La musica permeava completamente la società romana ed era indispensabile tanto nella vita pubblica che in quella privata. Non c’era sentenza di tribunale, cerimonia civile o religiosa in cui la musica non fosse protagonista. Emblematico è l’episodio del primo sciopero di cui si ha notizia: i suonatori di tibiae a cui era stato tolto il diritto di mangiare nel tempio di Giove Capitolino scioperarono. La vita pubblica di Roma si bloccò ed i musicisti riacquisirono pressoché immediatamente il diritto perduto.

Allora anche i Romani scioperavano… la storia è ciclica insomma. Quale melodia si può definire più “Rock”, si fa per dire, e orecchiabile per i tempi moderni?

Quasi tutto il nostro lavoro è basato su brani di nostra composizione che illustrano le varie possibilità degli strumenti. Ci sono solo alcuni frammenti di pezzi originali e fra questi il più eseguito e conosciuto ai tempi nostri è l’Epitaffio di Sikilos. Dal punto di vista del coinvolgimento di chi suona e chi ascolta probabilmente si può paragonare ad un pezzo rock la musica che si suonava durante i Baccanali, perchè dalle testimonianze letterarie si capisce quanto fosse coinvolgente e potesse portare perfino all’estasi.

Questo sarà il pezzo che scaricherò sul mio mp3, sorseggiando un buon bicchiere di vino.

Qual è stato lo scenario più suggestivo in cui vi siete esibiti?

Ostia Antica, il teatro di Segobrega in Spagna e in genere i siti archeologici. Siamo rimasti molto colpiti anche dal National Museum di Singapore, dove siamo stati a metà Ottobre di quest’anno, in cui c’era un bellissimo allestimento di una mostra su Pompei.

Anche gli abiti sono confezionati con estrema cura ed attenzione, quindi anche in questo campo c’è stato uno studio attento?

Certo anche in questo campo per lo studio ci siamo rifatti all’iconografia, alla statuaria ed alle fonti. Abbiamo potuto così comprendere quali materiali, colori e tagli venivano usati all’epoca.

Oltre a far risentire e comprendere i suoni del passato, qual è il vostro più grande obbiettivo?

La diffusione di una cultura romana importante e quotidiana che scardini il luogo comune che i Romani fossero solo esercito, gladiatori, imperatori.

Progetti futuri?

Abbiamo iniziato una collaborazione con la classe di teatro antico dell’Università di Tarragona (Catalogna) questo ci permetterà di approfondire un altro aspetto della musica, quello legato al teatro. Inoltre stiamo ultimando un secondo CD che uscirà all’inizio del 2011.

foto di Nicolas Moulin

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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