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Al teatro dell’Orologio va di scena il corpo, e le sue mutazioni

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Qualche tempo fa grazie alla collaborazione dell’amico fotografo Marco Macro abbiamo cominciato a mettere il naso in un mondo, almeno per il sottoscritto, piuttosto sconosciuto. Mi riferisco a quel filone artistico che va sotto il nome di “body art”.  A seguito dell’intervista “Quando il corpo dà spettacolo” abbiamo deciso di indagare tra personaggi (Nikla Black) ed eventi legati a questa corrente dell’arte contemporanea in cui il corpo dell’ artista diventa anche il supporto dell’opera, che in questo caso, prende il nome di “performance” o “azione”. Proseguendo in questo viaggio abbiamo voluto intervistare alcuni dei protagonisti dell’evento Mutazioni Profane che si terrà a breve al Teatro dell’Orologio di Roma.

ziguline: Ciao Sylvia, ho intravisto la locandina del vostro prossimo evento tra i link che l’amico Macro pubblica periodicamente sul suo profilo di facebook e, come spesso mi capita, sono rimasto incuriosito dalle immagini e dal titolo: “Mutazioni Profane”, accompagnato da Human Installation, Body art e compagnia cantando. Vado sul vostro sito web per capirne di più e un rigolo di sangue che scorre sul monitor mi da il benvenuto. Visto che molti già staranno pensando ad un film horror, ti va di spiegarci di cosa si tratta?

Sylvia, Kyrahm e Julius: Ciao ziguline, siamo Sylvia Julius e Kyrahm, le artiste che stanno organizzando questo evento. In scena porteremo una serie di performance molto differenti tra loro che uniscono vari linguaggi e non solo la bodyart estrema. La sfida e’ quella di proporre a teatro, in uno spettacolo fruibile in un’ora, espressioni artistiche nate in tutt’altro contesto: dalla body art dei rave party, alle azioni performative degli anni ’60-’70, e le più sofisticate installazioni umane da museo d’arte contemporanea. Il tutto alternato ed accompagnato da videoarte e musica realizzata con strumenti rarissimi. Si tratta di un esperimento che non ha precedenti in Italia.

ziguline: Leggendo un po’ le biografie degli artisti (performer) e la tipologia delle cosiddette “azioni” di chi opera nel campo della “body art”, mi è venuto spontaneo chiedermi cosa mai vi avrà fatto di male il vostro corpo per sottoporlo a tali supplizi?

Sylvia, Kyrahm e Julius: Il corpo è un canale artistico come altri, noi utilizziamo le nostre risorse e non crediamo che sfruttare il primo mezzo di comunicazione verso l’esterno sia sottoporlo ad un supplizio. Il messaggio che vorremmo che arrivasse al pubblico è molto più ampio della semplice inflizione. Ad esempio nella performance “il gioielliere” noi utilizziamo aghi e perle per ferire, ma il significato riguarda temi atavici come i ruoli di potere e le differenze di classe.

ziguline: Ci spieghi qual’è il percorso che in genere segue un artista prima di diventare un performer della body art e fare del proprio corpo il “supporto” ed il mezzo per comunicare la propria arte?

Sylvia, Kyrahm e Julius: I percorsi possono essere molteplici; ci sono artisti come Mimmo Pesce, Sylvia Di Ianni e Kyrahm che provengono dall’arte tradizionale come la pittura, la scultura e che decidono di utilizzare il corpo come strumento alternativo. Altri come il Drag king Julius Kaiser decostruiscono il concetto binario dei generi maschio femmina facendo di se una performance vivente anche fuori dal palco, quotidianamente. I Bloody Cirkus offrono la propria carne come gesto d’amore per il pubblico ed affermano la necessità di una provocazione sinestetica.

ziguline: L’ultima volta che hanno provato a farmi una iniezione sul culo per una cura di vitamina B sono svenuto, così come quando mi è capitato di fare il prelievo per le analisi. Ad un soggetto come me consiglieresti di avvicinarmi a questo genere d’arte o pensi che il teatro dei pupi sia più consigliato?

Sylvia, Kyrahm e Julius: La percezione di ciò che fa impressione varia soggettivamente da persona a persona e poi i pupi si prendono a mazzate, sono violenti!

ziguline: Scherzi a parte, nei vostri “spettacoli” andate a toccare aspetti della sensibilità individuale e culturale molto delicati e controversi. La “profanazione” del corpo, che è un po’ la vostra bandiera, è di fatto un taboo della società occidentale e soprattutto italiana. Come pensi dovrebbe porsi, per apprezzare e comprendere le vostre performance, chi pur essendo a digiuno di questa forma d’arte, volesse avvicinarsi a questo genere di “spettacolo”?

Sylvia, Kyrahm e Julius: Non pensiamo assolutamente che la profanazione del corpo sia la nostra bandiera. Il riferimento al profano è relativo alla contrapposizione con l’elemento sacro, inteso non in senso conflittuale ma considerato nel suo aspetto umano e terreno. E poi la nostra cultura occidentale non è vero che non profana il corpo: pensiamo ad esempio alla chirurgia plastica, altro che body modification! La nostra società accetta impianti al silicone, liposuzioni e altri interventi estremi perchè modellano l’individuo ad un canone estetico condiviso. Appena ci si allontana da ciò che è socialmente accettato e l’individuo decide di intervenire su se stesso e sulle proprie risorse in maniera indipendente ecco giungere inevitabile il giudizio, solo perchè ci si espone. Noi speriamo che il pubblico che si avvicini sia a digiuno di questa forma d’arte debba sorprendersi e nutrirsi.

ziguline: Il programma di Mutazioni Profane è veramente intenso sia per il numero delle performance in calendario sia per la “meccanica” delle stesse. Ti va di presentarcele brevemente senza far spaventare mamme e bambini (tanto non ci leggono)?

Sylvia, Kyrahm e Julius: L’evento è introdotto dall’installazione umana “Crisalide” di Kyrahm a piazza dell’Orologio: l’artista si rinchiuderà in un bozzolo per 30 ore consecutive. L’azione, documentata da webcam collegate al sito (www.mutazioniprofane.it), terminerà quando l’artista uscirà dalla Crisalide per dirigersi verso il Teatro dell’Orologio inaugurando il festival. Poi “Sacrifice” di Kyrahm, un omaggio a Ron Athey in collaborazione con i Bloody Cirkus, indaga il rapporto tra iconografia cristiana e bodyart estrema: l’artista piange davvero sangue davanti ad una crocifissione reale in cui veri e propri ganci affondano nella carne. La carne è “Materia da modellare” nell’installazione umana “Obsolescenza del Genere” di Kyrahm e Julius Kaiser che racconta la transessualità da donna a uomo, scelta tra le 30 performance gender exploration migliori al mondo negli USA. La delicatezza e la crudezza si mescolano nelle varie rappresentazioni sull’amore: da “Domani ed ancora ieri” di Julius Kaiser che attraverso alcuni frammenti propone una riflessione sulla perdita e il ricordo, all’amore corrotto de “Il gioielliere” di Kyrahm e Julius Kaiser, al rapporto tra vittima e carnefice proposto da Sylvia Di Ianni in “Nympholeptoi”che indaga la sindrome di Stoccolma, alle visioni ironiche di Francesca Fini, autrice di “Cry me a river” e “L’Amour”. Sylvia Di Ianni propone inoltre un ribaltamento claustrofobico di Alice in wonderland con “Jumping on the ground”. L’evento ospiterà anche lo sculture Mimmo Pesce,  e l’artista concettuale Angelo Pretolani di Genova molto attivi sul versante della Performance Art negli anni ’70

ziguline: Io sono molto curioso di seguire “Crisalide” che mi sa tanto di versione avanguardista e concettuale del grande fratello. Ti va di giocare a fare un parallelismo tra i due reality “show” ?

Sylvia, Kyrahm e Julius: Non c’è gente che si strapperà i capelli per fare audience… :o) Non se ne può più dei reality show. Più che al Grande fratello ci viene da pensare al sito documentaristico che seguiva la nascita e crescita dei rapaci in via d’estinzione esseri comunque liberi, mentre i protagonisti del grande fratello somigliano più a cavie da laboratorio forse inaugureremo la reality art? :o)

ziguline: Lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni e consigliate alle persone particolarmente impressionabili di astenersi. Che faccio vengo lo stesso?

Sylvia, Kyrahm e Julius: Ma sì dai nessuno ti farà le punture su per il culo.

Per chi volesse saperne di più questo è il sito web ufficiale: mutazioniprofane.it

L’appuntamento è dal 17 al 19 settembre al Teatro dell’Orologio – Roma

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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