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Any Given Post-it alla White Noise Gallery, tenete a mente!

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Correva l’anno 1968: in Europa e in gran parte degli Stati Uniti imperversano manifestazioni studentesche, operaie e contro la guerra del Vietnam, Martin Luther King, Rudi Dutschke  e Robert Kennedy vengono assassinati, muore persino Padre Pio ma non prima di Juri Gagarin che cade vittima di un incidente aereo alla fine di marzo.

Opening di Any Given Post-It alla White Noise Gallery
Opening di Any Given Post-It alla White Noise Gallery

 

Potrei continuare questo elenco di morti e tragedie del sessantotto ma sono sicura che chiudereste questo pezzo immediatamente, senza pensarci due volte. E vi perdereste invece quello che ho da raccontarvi. Sì, perché sempre nel 1968 un certo Spencer Silver, un ricercatore americano della Minnesota Mining and Manufacturing Company altrimenti detta 3M, inventa quello che tutti oggi noi chiamiamo post-it.

Daniele Aimasso
Daniele Aimasso

 

In realtà, secondo Wikipedia, Silver stava “cercando un nuovo adesivo potente e inizialmente non trovò pertanto alcun uso”. Sarà il suo collega Arthur Fry a illuminare la sua trovata pensando di usare quell’adesivo per creare dei segnalibri. Un po’ come la storia della scoperta dell’America tra Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci.

Michele Guidarini
Michele Guidarini

 

Da quel 1968 ne sono stati prodotti a milioni di migliaia di foglietti gialli con colla adesiva sul retro e oggi se ne trovano in commercio di molti altri colori pronti a soddisfare ogni cosa da ricordare che il nostro cervello non possa contenere. E, visto che sono fatti di carta e facilmente lavorabili con i colori, i nostri amici della White Noise Gallery di Roma hanno pensato bene di organizzare una super mega collettiva di opere realizzate proprio con i post-it e in qualità di super inviata di ziguline sono andata a vedere esattamente il giorno dell’inaugurazione, lo scorso 31 gennaio.  Secondo voi potevo io mai mancare a questo evento?

Francesca Sgarlata
Francesco Sgarlata

 

Questi sono i nomi dei sessantasei artisti, sì avete letto benissimo, che partecipano a questa mostra con delle opere bellissime, alcune superlative in cui sono stati utilizzati ben più di 2.000 Post-it: Daniele Aimasso, Francesco Amorosino, Rafael Araujo, Bafefit, Roberta Banino, Cristiano Baricelli, Angelo Barile, Blu and Joy, Stefano Bolcato, Alessio Bolognesi, Alessandro Calizza, Danilo Cannone, Barbara Capponi, Cristiano Carotti, Antonella Caraceni, Antonella Casazza, Alessandro Cidda, Bruno Cerasi, Valentina Colella, Leonardo Crudi, Annabella Cuomo, Sabrina H Dan, Martina D’Anastasio, Pasquale De Sensi, Massimo Desiato, Gerlanda Di Francia, Luca Di Luzio, Marco Ercoli, Silvia Faieta, Max Ferrigno, Galo, Stefano Gentile, Roberto Gentili, Valentina Griner, Michele Guidarini, Hellbones, Mr.Klevra, Diego Koi, Giovanna Lacedra, Last22, Beniamino Leone, Marta Mancini, Simone Masetto Maghe, Francesca Mariani, Francesco Melone, Mariacarmela Milano, Luisa Montalto, Rocco Mortellitti, Omino71, Alessio Paiano, Pax Paloscia, Silvia Pavarini, Valeria Perversi, Ettore Pinelli, Marco Rea, Javier Rubin Grassa, Vincenzo Russo, Francesco Sgarlata, Gabriele Stabile, Stefano Tedeschi, Fabio Valerio Tibollo, Togaci, Giulio Vesprini, Giovanni Viola, Xel, Pietro Zucca.

Sabrina Dan
Sabrina Dan

 

Il post-it da semplice, si fa per dire, strumento per appunti o schizzi diventa la superficie su cui ogni artista gioca con la propria creatività, ciò con cui in questa super collettiva ha saputo esprimere al meglio la propria identità, il proprio stile creativo, dando vita a delle opere dello stesso formato 35×35 ma che raccontano ognuna la storia delle mani di chi le ha create. Un universo cromatico di diversissime creature venute fuori dalle menti di fumettisti, street artist, illustratori, pittori, fotografi, scultori e performer italiani ed internazionali, molti dei quali erano presenti il giorno dell’inaugurazione insieme ad un numero impressionante di persone che hanno partecipato all’apertura.

Chiara Garlanda
Chiara Garlanda

 

Ed io ero una dei tanti barbari che hanno preso d’assalto i due piani della galleria su cui sono state esposte le opere, alcune delle quali potete vedere tra le righe di questa supposta recensione. Accompagnata da un cavaliere eccezionale del mondo dell’illustrazione, Matteo Franco, ho fatto il mio ingresso trionfante, prima travolta dalle coccole dei miei amici speciali Michele Guidarini, Marco Rea, Alessandro Calizza e Giulio Vesprini, abbracciati tutti insieme in un solo istante, poi ho incrociato prima un Bafefit in gran forma, ideatore di una delle più belle opere esposte, poi le fantastiche di Superology e infine ho chiuso in bellezza quando ho avuto l’onore di conoscere Cristiano Baricelli.

Marco Rea
Marco Rea – foto courtesy White Noise

 

Insomma, un sacco di bella gente! Raggiante come non mai mi sono goduta la mostra e i suoi personaggi, incantata di fronte alle mille varianti che da un semplice foglietto di carta con un pò di adesivo ne possono derivare.

Ma i più belli erano di sicuro i ragazzi della White Noise Gallery, infaticabili ideatori di questa super mostra che consigliamo di andare a scoprire dal vivo perché è davvero molto bella. Avete tempo fino al 28 febbraio. Sapevatelo!

 

White Noise Gallery | sitofacebook

 

 

 

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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