Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Italians in Europe | Manuela da Parigi

Con manu ho vissuto un anno, condividendo la mia piccola casa napoletana. Vivere con lei è un’esperienza “particolare”. E’ una ragazza iperattiva, non sta un attimo ferma, una molla carica, che strideva fortemente con la vita lenta di semplici studentesse che in periodo d’esami al massimo si spostavano dalla scrivania al letto dal letto alla scrivania. Confesso che più di qualche volta , a sua insaputa, avrei voluto darle del Valium per sedarla. Per comprendere meglio di cosa parlo , dico solo che una volta mi ha proposto di appendere un trapezio da circo al soffitto!

Per capire se sei cambiata o sei sempre la stessa , sei più calma o sempre iperattiva?

Se la metti così, forse sono peggiorata!

Da dove sei partita per arrivare a Parigi?

Sono partita da un sogno. Correva l’estate del 2007 e con un grande compagno di viaggio, Pietro, decidemmo di andare alla scoperta della Francia. Di Parigi prima di tutto, e poi eventualmente di altre città che ospitassero festival teatrali. Non avevamo idee precise sul da farsi ma tanto tanto entusiasmo e voglia di fare teatro. Zaino in spalla, sacco a pelo, qualche costume di scena e via! Tutto è partito da qui. Tutto è partito dalla provincia di Napoli.

Che facevi in Italia?

In Italia frequentavo l’Icra Prioject e l’università L’Orientale di Napoli.

Che fai là in Francia?

Qui a Parigi lavoro con la compagnia Carrozzone Teatro. Compagnia fondata nel 2005 e formata da attori che appartengono a diverse nazionalità, ma la metà sono italiani.

Perché Parigi?

Parigi perché fu qui che in quel luglio del 2007 incontrai “Carrozzone Teatro”. Tutto è nato da una chiacchierata al bar, ricordo ancora, vicino all’Opera. Io e Pietro, sbarcati senza arte ne’ parte a Parigi, contattammo Fabio per un caffé nella “ville lumière”. Avevamo frequentato tutti e tre insieme il biennio di mimo corporeo a Napoli poi Fabio partì per continuare la sua formazione teatrale a Parigi dove, nel 2005, creò la sua propria compagnia con Sonia, un’attrice catalana. Alla fine io e Pietro decidemmo di restare a Parigi tutto il tempo e così mettemmo su con Fabio e Sonia uno spettacolo di strada di Commedia dell’arte che ogni giorno presentavamo a Paris Plages. Che avventura! Abbiamo ancora delle foto e dei video dell’epoca molto divertenti! Eravamo dei pazzi scatenati! Che risate, fare uno spettacolo di strada senza sapere una parola di francese! Beata incoscienza! Le settimane parigine sono volate e questo bellissimo incontro, senza che io me ne rendessi neanche conto, aveva ormai segnato la mia vita. L’entusiasmo e la voglia di continuare a lavorare insieme ci aveva talmente preso che, pur dovendo partire per Glasgow a settembre per lavorare come lettrice di italiano nei licei, accettai ad occhi chiusi di entrare in compagnia. Fabio aveva scritto una tragicommedia “Servire da Servo” (foto 1) e ci sembrava assolutamente normale incontrarci a Parigi o a Napoli per fare delle sessioni di prova intensive in concomitanza con le mie pause didattiche. A quel punto quindi, giochi erano fatti, dopo Glasgow mi sarei trasferita a Parigi, era una chance che non potevo assolutamente lasciarmi sfuggire.

Quello che fai a Parigi non avevi possibilità di farlo in Italia?

Mah, sicuramente avrei continuato a fare teatro anche in Italia ma come? dove? con chi? Sono tutte domande a cui è impossibile rispondere. La vita è fatta di incontri che ti cambiano la vita e l’incontro con Fabio e Sonia ha determinato le mie scelte di vita tanto privata quanto professionale. Sono venuta a Parigi esclusivamente per questo progetto, perché ci credevo fortemente inseguendo, come ti dicevo, un sogno. Non sono partita per Parigi alla ricerca di qualcosa ma per coltivare qualcosa che avevo trovato qui. Se la compagnia fosse stata a Kuala Lumpur…

Ti manca la tua città?

Devo dire che più che la città in sé per sé mi mancano il sole, il mare e i colori della mia città. A parte questo ormai Parigi la sento un po’ mia, qui mi sento a casa.

Che progetti hai per il futuro, torni o resti oltralpe?

Per il futuro spero di continuare a viaggiare, ovunque mi porti il teatro!

Che fai la sera a Parigi? Cosa và di moda tra i ragazzi parigini?

Dipende, o serate casalinghe con simpatiche cenette tra amici o in giro per locali ad ascoltare musica dal vivo. Si trova veramente di tutto qui,ce n’è per tutti i gusti. Quando il tempo è più clemente, più attività possibili all’aperto: pic-nic, cinema, tango…

Ci consigli un posto da vedere assolutamente se ci trovassimo a passare di là?

Come ti accennavo prima, io ho un legame molto forte con l’acqua. Il mio “ambiente naturale” è il mare, ma in mancanza, anche i fiumi mi attirano molto. Credo sia il moto dell’acqua ad affascinarmi, in continuo divenire, metafora della vita e della crescita. Forse è per questo che mi ritrovo sempre in giro per il mondo a vivere in città con grandi fiumi! Quindi la prima cosa che io farei a Parigi è una passeggiata sulla rive gauche della Senna verso Pont Marie. Da lì, la parte posteriore di Notre Dame al tramonto è uno spettacolo unico! Un’altra cosa che consiglio è di ripiegare la cartina in borsa e di concedersi un po’ di tempo per perdersi nel cuore della città alla scoperta dei “passage” e dei vicoli parigini.

Una cosa da mangiare italiana che ti manca?una cosa buona da mangiare a Parigi?

Tanto lo sai che dico pizza! Qui adoro il foie gras e i formaggi, formaggi accompagnati da un bel bicchiere di vino rosso..

Nella casa dove vivi hai appeso un trapezio da circo?

hahaha, no, purtroppo no! Ma la mia ex-vicina di casa ce l’aveva ed io (beh mi conosci) non ho potuto resistere!

Per vederla all’opera con la sua compagnia, dalla realizzazione delle scenografie alla rappresentazione finale, passando per la spesa (il carrello era pieno di pasta) sul sito www.carrozzoneteatro.com nella sezione PRESS ci sono 4 video, che fanno parte di uno speciale a loro dedicato, trasmesso dalla televisione francese sul canale France 3.

Au revoir Manuela.

Lia Zanda

scritto da

Questo è il suo articolo n°30

Sullo stesso genere:

Community feedback