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Palazzo della Ragione di Milano: Francesca Woodman

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Vedendo gli scatti di Francesca Woodman e la maturità artistica che tali foto esprimono, si fa fatica a credere che il suo percorso fotografico si sia spento all’età di 22 anni. Francesca Woodman, nata nel 1958 a Denver, da papà George pittore e madre Betty ceramista, vive lungamente in Italia, dove i genitori possedevano una casa in Toscana. Nel 1981 la Woodman abbandona volontariamente la vita, suicidandosi a Roma. La sua passione per la fotografia nasce all’età di tredici anni, quando comincia a trasformare la sua cameretta in una vera e propria camera oscura. Nel 1976 frequenta a Providence la Rhode Island School of Design, Accademia di belle arti dove si appassiona alle fotografie di Man Ray, Duane Michals, Arthur Felling Weegee. Comincia così la sua carriera, realizzando ed ambientando i suoi più numerosi scatti in un grande appartamento semivuoto nell’edificio industriale di Pilgrim Mills. Qui Francesca diventa il soggetto delle sue immagini, comincia ad esplorare il suo corpo, facendone uno specchio parlante di un’anima tormentata. La stessa esposizione nel Palazzo della Ragione di Milano, in corso dal 16 luglio e che terminerà il 24 ottobre 2010, presenta 116 sue fotografie e cinque video che ripercorrono la carriera dell’artista. In tutta la sua produzione la Woodman non idealizza mai il suo corpo, né lo arricchisce di particolari, ma lo inserisce nell’universo delle cose, lo assimila all’intonaco dei muri, appare tra mobili e finestre fino ad arrivare a giocare anche con la sua ombra. In tutte queste immagini il suo volto non appare mai, lo nasconde con maschere e con i capelli, o semplicemente torce il collo e il busto per evitare di essere vista. La sua arte è un’indagine dell’Io, che l’artista opera su se stessa, ma un’indagine anche del modo in cui le persone si relazionano con lo spazio, dove trovano i loro confini. Francesca Woodman era una giovane artista che in soli nove anni di attività colpì i fotografi degli anni Settanta per la sua maturità ed innovazione concettuale della tradizione artistica dell’autoritratto. All’amica e fotografa Sloan Rankin, che le domandava perché spesso utilizzava sé stessa come soggetto delle sue fotografie, Francesca Woodman rispondeva: “è una questione di convenienza. Io sono sempre disponibile”.

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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