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T.R.I.P. Travel Routes In Photography | La delicata violenza del mare nelle immagini di Narelle Autio

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Quando ho visto le fotografie di Narelle Autio esposte alle Terme di Diocleziano per la mostra T.R.I.P. Travel Routes In Photography organizzata da the trip magazine. si è sprigionato dentro di me un a necessità viva e irrefrenabile di avvicinarmi alle sue opere e, successivamente, quando finalmente ero ferma a guardarle mi sono persa nell’intensità cromatica delle immagini davanti ai miei occhi. Sentivo avanzare il desiderio di impossessarmi di quel momento, di farlo mio non solo con gli occhi ma di divenirne partecipe a tutti gli effetti. Non so bene decodificare questa emozione così forte ma posso assicurarvi che la fotografia ha un effetto sull’essere umano davvero straordinario.

Narelle Autio

Dopo avervi parlato di Alessandro Rizzi con la bella chiacchierata che ci siamo fatti la sera dell’apertura, dopo avervi raccontato della fotografia antropologica di Pieter Hugo la scorsa settimana, tra queste righe che riportano le mie impressioni e le mie emozioni avrete modo di ammirare le bellissime fotografie di Narelle Autio, la fotografa australiana che ha preso parte a questo grande progetto espositivo che ha come tematica il viaggio, appunto.

Narelle Autio

Narelle Autio è nata ad Adelaide e in età adolescenziale pensava di diventare una pittrice mentre invece, oggi è una delle fotografe più accreditate al mondo, raccogliendo nei suoi anni di carriera premi e riconoscimenti come il World Press Photo Award per due anni di seguito, nel 2001 e 2002, rispettivamente per i lavori concernenti la natura e l’ambiente e per il progetto The School of Dance.

Narelle Autio

A parte la sua lista di premi che potrete leggere sul suo sito, la fotografia di Narelle Autio è particolarmente radicata nel territorio d’origine, i cui i paesaggi non hanno bisogno di un grande lavoro di post produzione alle spalle. Ciò che colpisce lo sguardo di qualsiasi osservatore, e non soltanto quello della sottoscritta, è la capacità della fotografa di penetrare quasi con un fare che potremmo definire violento nella parte più interna dei colori della natura per poi restituire al nostro sguardo la sua sublime delicatezza. Due visioni contrastanti, la violenza del movimento e la delicatezza della natura che conferiscono alle sue opere una sorta di percorso ciclico della nostra esistenza. Così dicendo, nelle opere esposte in questa collettiva, le opere fotografiche di Narelle Autio ci mostrano dei corpi in movimento in mare, spesso sono parti del corpo e non i visi dei soggetti ad essere catturati dal suo obiettivo poiché non si tratta di un’esperienza individuale quanto piuttosto di un’emozione universale che tiene unita la natura all’uomo, compreso chi si trova ad osservare la superficie fotografica.

NA3

C’è un comune denominatore tra le opere di Narelle Autio e degli altri due fotografi che partecipano al progetto T.R.I.P. Travel Routes In Photography, oltre alla tematica del viaggio – ed è quello che inevitabilmente prevale in tutte e tre le serie fotografiche esposte – ed è il rapporto tra gli individui fotografati e gli ambienti circostanti in cui vengono catturati. Se della fotografia di Alessandro Rizzi ho sottolineato la presenza di elementi urbani, quindi la necessità di descrivere molto spesso l’esistenza umana tra le strade e i palazzi, se nei documentari di viaggio di Pieter Hugo abbiamo realizzato la presenza antropologica di azioni e ritratti legati al territorio di appartenenza dei soggetti, nelle fotografie di Narelle Autio la natura sembra essere il vero soggetto, il mare e le sue ombre, i suoi colori e la sua profondità sono i veri codici con cui leggere le sue opere.

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L’artista ha catturato il mare nella sua parte più interna; mentre la luce del sole trafigge il blu e il verde corallino, i corpi dei natanti appaiono danzare e muoversi sotto la potenza della corrente. Questo è ciò che vedo e questo è ciò che sento. Lascio a voi libertà di espressione.

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Narelle Autio | sito

T.R.I.P. Travel Routes In Photography | sito

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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