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The Factory Photographs, l’archeologia industriale secondo David Lynch

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Centoundici fotografie, tre cortometraggi e un’installazione sonora. Sono le opere in esposizione al MAST di Bologna fino al 31 dicembre 2014, che per questa stagione vede protagonista l’archeologia industriale interpretata da David Lynch.

Untitled, (England), late 1980's - early 1990's.
Untitled, (England), late 1980’s – early 1990’s

 

Gli scatti sono in bianco e nero e rendono in modo quasi tattile la sensazione della foschia, del cielo pesante sopra i tetti di queste fabbriche abbandonate. Fabbriche che paiono cattedrali dopo un saccheggio ai tempi dei grandi regni, con vetrate rotte e travi in bilico, portoni socchiusi e “allevamenti di polvere”.

Untitled, (England), late 1980's - early 1990's
Untitled, (England), late 1980’s – early 1990’s

 

Lynch vede il mondo da un’angolatura particolare, che affonda negli abissi della mente, dove i luoghi sono eterei e le atmosfere sospese.

Il percorso dell’esposizione al MAST non segue un andamento lineare, è piuttosto spiraliforme e porta a tornare sui propri passi. Lo spettatore è accompagnato nel suo percorso da suoni industriali, che  contribuiscono a restituirgli una percezione fisica di questo scenario creato dall’artista in più di trent’anni di spostamenti tra vecchie zone industriali in Polonia, Germania e Stati Uniti.

Untitled, (Łódź), 2000
Untitled, (Łódź), 2000

 

In fondo alla sala viene proiettata a ciclo continuo una selezione dei suoi cortometraggi:  Bug Crawls, Intervalometer: Stepse Industrial Soundscape. Sono tre dei suoi primi lavori, per questo poco conosciuti al grande pubblico, abituato a titoli di successo come  Twin Peaks e The Elephant Man, ma sono ugualmente emblemi della sua poetica.

Untitled, (Łódź), 2000
Untitled, (Łódź), 2000

 

Sono proiezioni in bianco e nero, che evocano le stesse sensazioni date dalle fotografie, mescolando elementi del quotidiano ad  un’atmosfera onirica, ad un finale spiazzante. Come in  Industrial Soundscape, che dopo 10 minuti di martellare incessante, di ritmo creato dai grandi macchinari del settore secondario ancora funzionanti, cessa in levare, lasciando con il fiato sospeso. Blocca la produzione industriale senza permetterle di concludere il ciclo produttivo, allo stesso tempo ancorandola al passato e proiettandola verso il futuro.

Untitled, (Łódź), 2000
Untitled, (Łódź), 2000

 

“L’oscurità e la confusione sono interessanti. Ma al di là di queste è possibile innalzarsi e vedere le cose nel modo in cui esse realmente sono.” David Lynch

 

Immagini gentilmente concesse da MAST.

 

MAST | sito

Elena Zaltron

scritto da

Questo è il suo articolo n°7

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