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Inside The Festival | Anna Mastrolitto from LiveSoundtracks Festival

È in arrivo a Barcellona la II edizione del LiveSoundtracks Festival, simbiosi tra musica elettronica, colonne sonore dal vivo, cinema sperimentale ed arti visive, progetto interdisciplinare che esplora l’intersezione tra cinema e musica, creando delle colonne sonore dal vivo. Quest’anno si svolgerà a partire dal 19 gennaio nel Teatro Hiroshima. Una line-up internazionale che prevede i live di: Samuel Kerridge (UK), Deena Abdelwahed (Tunisia), Rabih Beaini (Libano), Kyoka (Giappone) y AGF (Germania).

Siamo andati ad intervistare la fondatrice, Anna Mastrolitto, di origine pugliese, per farci raccontare questa nuova e corposa edizione.

Anna Mastrolitto – Credits foto: Alessia Laudoni

Ciao Anna, raccontaci come è nata l’idea del Festival e come si è evoluta negli anni.

 

I Festival musicali sono stati da sempre la mia passione: ho scritto la mia tesi di laurea sul Sonàr e mi sono trasferita qui a Barcellona per lavorare appositamente nei festival, con i quali ho collaborato per dieci anni, tra i vari: Primavera Sound, Mecal, Mutek.es e Loop.

L’idea di LiveSoundtracks (LST) è nata quando lavoravo per il Mecal, il Festival Internazionale di Cortometraggi e Animazione, dove mi occupavo della creazione di concerti audiovisivi, e li mi son detta: perché non provare a crearne uno mio?

Il concetto base del LST è quello di riprendere concetti del passato, quando il cinema era muto, e riproporli in chiave moderna, con la partecipazione di artisti che compongono dal vivo la colonna sonora sul genere elettronica o sperimentale.

LST propone, infatti, un ciclo di concerti audiovisivi con lo scopo di generare una simbiosi tra il mondo del cinema, la musica elettronica e sperimentale. L’artista seleziona un film, crea una colonna sonora originale e la interpreta dal vivo.

Teatro Hiroshima, Barcellona

Quando nasce il progetto LST?

Il progetto nasce nel 2007 come un ciclo di eventi sporadici. Il primo evento ha avuto luogo nell’Hotel Hesperia Tower con Vladislav Delay. In seguito ha visto la partecipazione di altri artisti come: Carsten Nicolai, AGF, Lucrecia Dalt, Mika Vainio, etc…

LST ha stretto, nel corso della sua evoluzione, varie collaborazioni con altri Festival, come: il Mutek.es e l’In-Edit Beefeater, sempre a Barcellona.

Nel 2015 abbiamo partecipato ad un concorso promosso dalla piattaforma Movistar Arsty, con l’obiettivo di fomentare la creazione di nuovi Festival. Grazie a questo finanziamento, il ciclo di eventi si è convertito in un Festival vero e proprio che si è svolto nel Convent dels Àngels – MACBA, dove si sono alternate performance, musica, cinema e workshop, dando un aspetto più completo al tutto.

Samuel Kerridge (UK- Contort) – 19 Gennaio – Sala Hiroshima, Barcelona

Ed ora siamo alla sua II edizione. Come si differenzia dalle altre e quali sono le novità.

 

Quest’anno LST si svilupperà, inizialmente, come un ciclo di 5 eventi denominato Poetry in the Darkness, ogni terzo martedì del mese a partire dal 19 gennaio e fino al 17 maggio, con un invitato internazionale per ogni data.

Poetry in the darkness nasce dall’esperienza dell’Atonal di Berlino, un festival abbastanza oscuro che mi ha dato l’idea di questo ciclo da sviluppare con il concetto base della bellezza che illumina il cammino dell’oscurità.

Gli artisti internazionali che si esibiranno dal vivo saranno cinque, accompagnati in alcuni casi dai i video realizzati dai vincitori della call omonima del ciclo.

Alppine

Quindi un ciclo di eventi, una call e che altro?

 

A novembre 2016 si svolgerà il Festival di due giorni con artisti nazionali ed internazionali. Si realizzeranno inoltre vari workshops, con l’intenzione di creare uno spazio di intercambio tra registi e musicisti, dove i registi proporranno le proprie opere filmiche e il musicista potrà utilizzarle per creare la colonna sonora dal vivo. In questo senso, si vuole cambiare un po’ la linea del festival, mettendo in scena film di registi contemporanei, invece di proiettare film del passato, come è stato nell’edizione precedente dove abbiamo proiettato, tra i vari, Teorema di Pasolini, o Solaris di Andrei Tarkovsky.

Senza togliere nulla a questi capisaldi del cinema, l’idea attuale è quella di far slittare LST sulla scena contemporanea, fomentando anche registi giovani odierni, affinché ci sia un’unione tra la musica ed il cinema, creando sinergie tra registi e musicisti.

Il 16 febbraio inizierà il corso “Soundtrack compositions: trends and new ways of working“, diretto da Jesús Díaz di Making Music in Silence e rivolto a musicisti con lo scopo di elaborare colonne sonore applicando la sperimentazione musicale in ogni stadio del percorso, unendo la creatività artistica con la strategia cinematografica, e partendo dalla creazione di un concetto musicale. I migliori lavori realizzati durante il corso verranno presentati nell’edizione del Festival di Novembre 2016.

Jaime L. Pantaleòn

Come selezionate gli artisti?

 

Principalmente per la qualità delle proposte. Inoltre siamo stati attenti a fomentare la presenza femminile; quest’anno nel ciclo ci saranno tre donne su cinque e tutti gli artisti provengono da nazionalità diverse (Germania, Tunisia, Libano, Giappone, Inghilterra). La selezione è stata fatta da me ed Enrico Gilardi, cofondatore di S/V/N/ (Milano) e con la collaborazione di AGF, madrina del ciclo.

Ho avuto modo di ascoltare alcuni artisti in altri festival e, comunque, ho tratto ispirazione dal Sonar, dall’Atonal di Berlino e dal roBOt Festival di Bologna.

Inoltre, tutti gli artisti presentano il progetto per la prima volta a Barcellona, e trovare artisti disposti a creare qualcosa di nuovo live ed ad hoc, non è stato facile, anche perché il ciclo è del tutto indipendente e senza sponsor per il momento.

Francesca Banchelli

Quali progetti hai per il futuro di LST?

 

Stiamo lavorando allo sviluppo di un’agenzia per portare i nostri artisti all’estero, come è già successo con il roBOt a cui hanno partecipato Lena Willikens e Jaime L. Pantaleón. A febbraio, ci sarà una partecipazione al Festival Ull Nu di Andorra e stiamo lavorando per inserire il progetto in altri festival e contesti.

In più il corso “Soundtrack compositions: trends and new ways of working” si comporrá di due edizioni: una presenziale in concomitanza con gli eventi nel Teatro Hiroshima e a giugno-luglio partirà invece un corso online sulla piattaforma di formazione PlataformaC, tradotto in inglese.

Inoltre vorremmo creare progetti ad hoc per scuole e organizzazioni culturali, per promuovere il legame tra musica, cinema e videoarte. A dicembre abbiamo realizzato un workshop per piccoli compositori con Jaime L. Pantaleón che è andato benissimo! In generale, quello che ci interessa è sperimentare e creare nuovi formati che uniscano il cinema, la musica e le arti visive.

E per ultimo, in un futuro, speriamo prossimo, vorremmo creare un programma di residenze artistiche.

Sara Fontàn

Beh diciamo che non ti annoi!!! A questo punto mi viene naturale chiederti, come trovi il pubblico barcellonese rispetto a quello italiano?

 

Da un parte è più stimolante perché la gente qui è più aperta e recettiva visto che è abituata a ricevere proposte nuove in continuazione. Dall’altra parte è più difficile perché c’è più concorrenza, ed infatti abbiamo deciso di realizzare il ciclo da gennaio a maggio e durante la settimana e non nei week-end, dato che il martedì ci sono, relativamente, meno proposte. Da aprile a settembre, infatti, Barcellona è piena di attività molto più ludiche, e fondamentalmente, la gente ha voglia di divertirsi e di ballare. LST è un festival più invernale, più da ascolto e quindi abbiamo pensato di partire con il ciclo di eventi, per far sì che si arrivi a novembre, quando verrà realizzato il festival di due giorni, con un pubblico piú sensibilizzato e che già abbia sentito parlare del LST. Inoltre, essendo un progetto al momento completamente indipendente, dobbiamo puntare tutto sul farci conoscere prima del festival vero e proprio.

Lena Willikens

E in Italia? Pensi che il terreno per esportare il tuo festival sia meno fertile?

Credo che l’Italia sia un territorio fantastico per realizzare un festival come LiveSoundtracks, e ritengo che in questo momento una città come Milano per esempio, potrebbe essere la location ideale. Portiamo avanti un dialogo con artisti e promoters italiani, e l’idea è quella di collaborare con Basemental, un’agenzia italiana, per esportare il format anche all’estero. Per il momento non posso realizzare un festival in Italia perché non ho una conoscenza sufficiente del territorio, ma siamo aperti a qualsiasi proposta. Per esempio grazie a un articolo di Enrichetta Cardinale uscito su Artribune, abbiamo realizzato la collaborazione con il roBOt a Bologna. Magari anche dopo questa intervista qualcuno ci chiama per partecipare a qualche altro festival!

Per quanto riguarda il pubblico, non penso che quello italiano sia meno recettivo, anzi è un ottimo pubblico. In realtà è forse più difficile portare avanti un progetto come LST qui a Barcelona che in Italia, poiché qui fanno fatica a godere della musica elettronica da ascolto. Ad ogni modo quest’anno il LST si svolgerà nella sala dell’Hiroshima, un nuovo teatro indipendente che punta tutto sulla sperimentazione contemporanea nel teatro, la danza e la musica. Speriamo quindi, che il pubblico dell’Hiroshima, di base aperto a nuove proposte, si appassioni al LST.

 

 

Lo spero davvero!!! Ti ringrazio e ti auguro un in bocca al lupo per il LiveSoundtracks Festival!

 

Grazie! Vi aspetto a Barcellona e vi auguro un 2016 ricco di poesia e buona musica. :)

 

LiveSoundtracks | sitofacebook

 

 

 

Michela Colasanti

scritto da

Questo è il suo articolo n°10

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